Espatriati dall'Italia

Strana eredità dell'estate, questo dibattito attorno ad un calice di Rosé ed alla Terra di Liguria.
Sembra che almeno una parte dei comportamenti degli interessati trovi un supporto nella necessità di distanziarsi dalla realtà della società contemporanea italiana, ritenuta prepotente e traditrice, per riorganizzare modi e possibilità di “fare” attorno ad altri luoghi ed altre comunità, strutturati attorno al principio di una diversa educazione civica.
Strana, ma non sorprendente.

Quelli citati nei due articoli precedenti a questo sono soltanto altrettanti esempi di quelli che io chiamo, “espatriati dall'Italia”. Delusi da una Terra che cercano di approdare su un'altra; diversa e migliore.
Soprattutto diversa.
Non sono pochi questi esuli. Semmai sono soli, dispersi. Espatriati, appunto.
La  loro origine  forse  è antecedente  al  momento  attuale; di sicuro, però, è  adesso che  questa  amarezza, talvolta  tristezza, di  sicuro assillo, avversione, disgusto, ha  preso quella  vaghezza ideale della ricerca di  un Altrove.
Lo avevo già notato una prima volta, proprio questa estate, parlando con diversi italiani, quasi tutti del Nord, incontrati in Francia.
Coppie o famiglie in vacanza per i quali la scelta della destinazione non era più solamente giustificata, come avevo notato in passato, dall'interesse per quell'insieme di tradizione, storia, cultura, arte, che comunemente va sotto il nome di “charme” e decreta universalmente la grandezza della Francia. Questa volta la mozione dei sentimenti era stata sostituita da una scintilla di razionalità. Quegli italiani erano in Francia per godere di un periodo, di una misura, come mi ha detto uno di loro, di civiltà.
Non più il marchio della “grandeur” dunque, ma la semplicità di una quotidianità socialmente ordinata. Dove i monumenti sono accessibili, le località ben tenute, i turisti disciplinati, i prezzi chiaramente indicati, il personale pubblico gentile ed educato, le strade sicure, gli autobus in orario e senza “portoghesi”, la polizia discreta ma presente.
Il messaggio era chiaro. Dall'Italia non possiamo andare via ma cerchiamo di farne a meno.

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