Il Consiglio dimezzato

Un esercito di astensionisti.
Tre schieramenti a giocarsi la vittoria di cui uno, quello di Centro-Sinistra della maggioranza uscente, diviso in due per un disagio tutto interno al principale Partito che lo componeva.
Una vittoria precisa, formale, ma dal valore politico molto ridotto e per questo non esaltante del candidato di Centro-Destra, Giovanni Toti.
Se invece di una competizione elettorale si fosse trattato di una competizione sportiva si potrebbe tranquillamente dire che Toti ha vinto non perché sia andato eccezionalmente forte ma perché sono stati gli altri ad andare eccezionalmente piano.

Questa, in estrema sintesi, la ricostruzione della decima elezione regionale della Liguria del 31 maggio 2015. Venendo alla cronaca, come detto l'unico exploit lo hanno fatto gli astensionisti che hanno battuto ogni record (nazionale) mai registrato prima: 49,32% pari a 669.526 persone. Se ci aggiungiamo le schede nulle (22.752) e le bianche (7.010) la voglia di opposizione agli schieramenti, ai partiti, ai candidati e perché no, all'Ente Regione in quanto tale, ha conquistato la maggioranza assoluta.
All'atto pratico, il Consiglio Regionale Ligure 2015 è stato eletto dal 48,5 % (658.541) degli elettori.
È allora davvero una lezione non trascurabile quella che i Liguri hanno impartito alla Politica e sarebbe ingiusto, oltreché erroneo, liquidarla come una fase di stanca dell'elettorato.
Per coloro che ancora non lo sanno il dato del 31 maggio 2015 è l'ultimo di una serie che, a livello nazionale, ha visto gli elettori delle “regionali” calare del 20% in dieci anni. Dunque si è trattato di molto di più di un malessere passeggero, è stata una mezza rivoluzione. Non fosse altro perché tra le ragioni che hanno informato questo spontaneo slancio collettivo, ormai è evidente, c'è l'affermazione di una nuova sensibilità politica fra gli elettori.
Una sensibilità indirizzata verso un cambiamento della progettazione politica. Una nuova Regione, per nuovi Partiti, per nuove alternative.
Del resto il messaggio lanciato dagli astensionisti è stato chiarissimo: Il Consiglio è dimezzato!

Infatti lo schieramento Forza Italia – Lega Nord, al netto del rovesciamento del rapporto di forza fra i due Partiti, ha vinto con un numero di voti sì superiore (+ 26.367) rispetto alle Europee del 2014 ed appena inferiore (-18.943) rispetto alle Politiche del 2013 ma drammaticamente minore rispetto alle Regionali del 2010 rispetto alle quali la Lega Nord ha effettivamente aumentato il suo consenso (76.265 verso 109.209) ma l'attuale F. I. ha preso un terzo dei voti dell'inaddietro Popolo della Libertà (218.398 verso 68.236). Tutto ciò senza contare i dati aggregati per schieramento che aggraverebbero, in negativo, il rapporto.
Naturalmente è andata peggio allo schieramento del Centro-Sinistra. Diviso in due da una serie di “scandidature” incrociate, la sola lista del PD ha finito per lasciare sul terreno qualcosa come il 46,6% dei voti nel biennio 2013-2015. Disastro solo in parte mitigato dal maggiore numero di voti ottenuti dal candidato presidente Paita (183.272 verso 138.257).
Se il Pd piange non è che il M5S possa ridere. In due anni (2013-2015) ha perso il 59,9% dei consensi, ridotti del 40,4% in rapporto alle Europee del 2014 *.

Tuttavia i Partiti non sembrano aver calcolato in pieno la forza del fenomeno. Hanno accennato alla questione vitale dell'astensione parlando di disorientamento temporaneo e rinchiudendosi poi nel loro provvisorio primato, ribaltando il vecchio assioma democratico secondo il quale uno vale uno e conta il principio di maggioranza. Adesso, per loro, uno vale due e chi si astiene ha torto.
Democraticamente verrebbe invece da pensare che i seggi in Consiglio regionale fossero assegnati in base agli elettori. Metà elettori, metà consiglieri.
Così sarebbe rapidissimamente aggiornata la lettura del voto ed assicurata la risposta immediata sull'efficacia dell'azione di governo regionale da parte delle diverse forze politiche. Del resto c'è una domanda, peraltro in questi ultimi giorni formulata da più parti, alla quale il sistema politico, regionale e nazionale, deve dare una risposta in tempi brevi: può un Ente con funzioni legislative, perché tale è la Regione, procedere con una investitura limitata? Con un Consiglio dimezzato?

* Fonte Istituto Cattaneo Elezioni Regionali 2015 – Regione Liguria Elezioni Regionali 2010.

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  • Ospite (Andrea Chiesa)

    L'alta astensione è prova lampante del fallimento dei partiti come rappresentanti dei sentimenti della gente, ma non penso che i politici periferici e centrali non abbiano calcolato l'importanza del fenomeno. Sono troppo furbi (alcuni anche intelligenti) per non aver capito l'importanza dell'astensionismo. Il fatto è che non gliene importa niente fintanto che il numero delle poltrone da occupare resta invariato ed il loro "posto di lavoro" è al sicuro.
    Condivido in pieno l'idea di metà elettori quindi metà consiglieri.
    Di fronte al pericolo della disoccupazione sarebbero costretti a lavorare meglio.
    La vedo dura, però, che qualche partito si prenda la briga di proporre una normativa del genere.
    Che convenienza ne avrebbe?
    Non resta che sperare in un aumento dell'astensionismo tale da far diventare l'area del non voto un serio pericolo per il sistema.
    Intanto io non sono andato a votare

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