Genova cambia volto?

Una serata magnifica e sorprendente.
In questo modo sento di dover commentare l'incontro di mercoledì 1 ottobre promosso presso il Politeama Genovese da Mediolanum Corporate University per il ciclo “Centodieci è Ispirazione”.
Far incontrare al pubblico persone speciali per condividere le loro esperienze ed i loro valori, secondo il sottotitolo scelto dai promotori.
C'entra evidentemente con questo sentimento di lode la figura dell'ospite della serata: Patch Adams.
Il racconto della sua esperienza di medico che si è scelto il destino di creare un approccio alla cura attraverso l'approfondimento di temi quali la fiducia, la forza dell'amore e lo sguardo positivo, ha dimostrato una volta di più come gli atti ed i comportamenti quando non hanno un carattere astratto e neutrale ma bensì rimandano ai valori cardinali di una data società, assumono un senso sociale profondo e nessuno spazio resta all'improvvisazione. Con giustizia, peso e misura, dicevano gli antichi.
Ecco, Patch Adams ha reso trasparenti questi concetti.
Ma altri aspetti hanno costituito la base di questa immagine positiva e sorprendente. Su tutti l'organizzatore: Mediolanum Corporate University.
Dico la verità; prima di mercoledì sera non sapevo che esistesse.
Da tempo la mia personale esperienza delle Banche mi aveva abituato al fatto che reclutassero i loro quadri dirigenti nelle Università pubbliche ed i loro collaboratori a contatto con i clienti secondo un vecchio criterio di largo consumo: nel vasto litorale dei diplomati. Le prove accumulate del resto non lasciavano dubbi circa la seguente preposizione generale: le Istituzioni bancarie spesso sono ancorate alle usanze sparagnine del rapporto Banca-Cliente, nel quale il secondo riceve come proposta-obiettivo letteralmente quella del risparmio. Laddove cioè il ricavo-finalità deriva semplicemente dal “non spendere” il denaro disponibile.

Però il mondo cambia e per fortuna arrivano delle intuizioni. Delle idee improvvise, secche come un significato colto al volo. Arrivano insieme ad un evento come se fossero portate da quell'evento.
Così mi è capitato mercoledì sera con “Centodieci è ispirazione”.
L'istantanea comprensione che mi ha afferrato riguardava appunto il ruolo dell'Istituto promotore. Un punto di forza, un vero e proprio collettore di energie, ispirato dal cosmopolitismo e dalla tolleranza, a favore di una Banca per fornire una visione chiara, rapida e completa delle strategie aziendali, dell'uso delle risorse e della formazione e dell'impiego del lavoro umano. Altro che litorale dei diplomati. La creatività e la competenza al servizio della proposta finanziaria.
Rinnovarsi dandosi da fare, imparando a non sperare ed a non temere. Vista dal lato dell'ormai esangue capacità finanziaria ed imprenditoriale Ligure non è poco.
Caratteristico è stato anche il modo di affermarsi di questa mia intuizione. Fortemente convincente. La chiarezza oltre che dai contenuti è derivata dal risvolto anagrafico dei protagonisti di questa impresa; sono giovani. Il che determina in modo concreto e positivo l'organizzazione del modo in cui sarà vissuto il rapporto tra promotori e destinatari.
Certo tutto questo è spiegabile con il fatto che la realtà alle spalle di questo nucleo di produzione intellettuale ha dato forma ad un'impresa ben conscia che la prospettiva del suo Cliente deve essere continuamente pensata, costruita, tutelata, lasciando alle spalle i relitti della stagione del risparmiatore-non spenditore, che ha ormai concluso le sue funzioni, per concentrarsi su quella più rappresentativa della complessità dei tempi attuali dove il risparmiatore è anche investitore.
Poi, che tutto questo sia accaduto a Genova e che un pubblico fatto di 1.000 persone abbia preso atto di una forma mentis ben diversa da quella solitamente corrente in Città ha perfino dell'incredibile.

L'antica Genova era una città modernissima, fatta sempre per l’avvenire.
La nuova da parecchio vive del passato e nel passato.

Se, come si dice, i fatti parlano da soli che Genova, prendendo spunto da nuovi livelli di organizzazione, stia cambiando volto?

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Persone in questa conversazione

  • Ospite (Raffaele)

    Giorni fa leggevo su "La Stampa" la lettera di un ex risparmiatore che aveva perso 30.000 euro nell'affaire Carige. Non è stato l'unico. A forza di "pitinin" e "maniman" e mentalità vittimista la città è quasi andata in rovina. Tempi nuovi richiedono modelli nuovi.
    Se vengono da fuori pazienza. Almeno io vedo tutto questo come un tentativo di ristrutturazione.

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  • Ospite (Montaguy)

    Carissimo Raffaele, effettivamente ad un certo punto ci deve essere stata una interruzione nell'evoluzione della coscienza di sé dei Liguri. Improvvisamente il mito fondativo è diventato apocalittico e superstizioso. Eppure nella tradizione Ligure il luogo di origine delle persone non ha mai avuto importanza. Ci sono stati Dogi e grandi personaggi di origine addirittura non italiana. Quello che contava erano le loro qualità personali e la loro capacità di influire sugli eventi. Dunque ben vengano iniziative promosse da fuori che permettano di lasciarci il passato alle spalle, di promuovere una nuova interpretazione di quello che vorremmo o potremmo essere. Concordo con lei. L'unica cosa che può risollevarci

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  • Ospite (Landrea)

    Scopro da un sito Internet questa recente opinione. " Fu l’indimenticabile e rimpianto Presidente Gianni Dagnino che “scoprì la genialità” (sue parole) di Giovanni Berneschi e lo scelse quale suo Direttore Generale. Da lì vennero le intuizioni, le acquisizioni, le grandi scelte strategiche per stare al passo di un mondo del credito e della finanza." Bontà sua.
    Ora pero' dobbiamo fare i conti coi numeri e i numeri sono sballati. Questo vuol dire che dobbiamo cambiare orizzonte.

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  • Ospite (Montaguy)

    L'orizzonte, per fortuna, sta già cambiando. Gli apocalittici ed i superstiziosi per un capriccio del destino sono stati messi in mora proprio nei giorni i cui i figli di Genova vivono in mezzo ai danni dell'alluvione. Mentre la Prefettura concede una proproga di 24 ore per il pagamento delle cartelle in scadenza (Sic!), due quotidiani e Confindustria lanciano una raccolta fondi, una Banca "foresta" chiama i suoi correntisti liguri danneggiati informandoli di aver messo a loro disposizione un fondo da un minimo di 5.000 fino a 50.000 €. Cash. Palanche, subito! E le istituzioni finanziare nostrane come rispondono alla chiamata? Come il famoso Abate Micon: tempo e paciencia?

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