Quale siano le parole esatte non sono riuscito a capirlo ma la sostanza è: “I mercati insegneranno agli italiani a votare nel modo giusto".
Lo ha affermato Herr Guenther Oettinger suscitando le indignate proteste italiane e la pronta correzione di Christoph Jumpelt che ricopre il ruolo di capo della comunicazione di Deutsche Welle, tanto che quella frase si è ammorbidita diventando “Dai mercati segnali a elettori italiani".
Sia come sia dire che il re è nudo risulta ineluttabilmente eretico.
E che il re non sia molto vestito lo dimostra il sottostante diagramma
che potete leggere con più agio andando qui.
Non mi capisco di economia statale mentre sono un po’ più pratico in quella domestica, cioè i conti della “serva” per fare quadrare il bilancio familiare.
Qualcuno potrà obiettare (se ne è sentito parlare da esperti in interventi sulle varie testate giornalistiche stampate e non) che un conto è il bilancio di casa ed un altro quello di uno Stato.
Sarà anche così perché le grandezze di scala sono centinaia di migliaia di volte superiori, però se una grande azienda -quindi una realtà nettamente superiore ad una famiglia media- avesse per i propri bilanci lo stesso andamento che hanno i conti dello Stato italiano il fallimento non tarderebbe.
A questo punto, stante il tendenziale aumento del rapporto deficit pubblico/prodotto interno lordo, lo Stato di cui sopra deve contrarre debiti oggi per saldare quelli di ieri e diventa il cane che si morde la coda.
Comprensibile che i creditori vadano in ansia immaginando una deriva che possa portare alla mancata restituzione dei soldi prestati. Quindi quanto affermato -in una forma o nell’altra- da Herr Guenther Oettinger è perfettamente comprensibile.
Cosa si può fare per invertire quell'andamento? Non ne ho idea.
Mi pare ineluttabile che la numerosissima “famiglia” italiana sia indirizzata verso una brutta china, un precipizio.
E cosa rimane da fare ai membri più accorti di quella “famiglia”?
Andarsene velocemente prima di essere risucchiati dai gorghi.
Cari Liguri tenete presente quanto disse Formica Rino (più volte ministro) : il convento è povero ma i frati sono ricchi.
Quindi per salvare il convento è sufficiente trasferirgli i soldi dei frati.
Impossibile? Impensabile? Ipotesi indecente?
Ricordatevi la notte tra il 9 e 10 luglio del 1992, protagonista Prof. Amato Giuliano, all’epoca Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica italiana. Oggetto: conti correnti.
Ai risparmiatori fu sottratto il 3% di quanto giacente sui conti correnti.
Più facile di così...
Tanto facile che ripetere lo scherzetto sarebbe facilissimo.
Alegri, gente.