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Sopra il titolo dell'articolo pubblicato oggi su Il Secolo XIX in cui sono riportate le considerazioni del Dr. Nicola Piacente, procuratore capo al Tribunale di Genova.
"Mezzo secolo di ritardi" è il volume in cui Stefano Padovano analizza l'infiltrazione delle organizzazioni fuorilegge nella Liguria.
È un interessante documento che chiarisce la determinazione operativa di alcuni e l'atteggiamento "non antagonista" di altri.
Sostanzialmente due opposti modi di vivere, di intendere il territorio, di coltivare un'etica, di essere (o rinunciare ad essere) una comunità coesa.
188 pagine, 19,00 Euro
Scritto da Stefano Padovano
Edito nel 2016 da Rubbettino Editore srl
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La recensione di "I Liguri - Etnogenesi di un popolo" riguarda l'edizione del 1999 edita da ECIG; pagine 300.
L'Autore -Renato Del Ponte- era una persona disponibile, semplice, gentile, che ho avuto la fortuna di conoscere e successivamente portare a presentare il libro sui Liguri in una trasmissione radio tanti anni fa'. Una conoscenza che porto nel cuore soprattutto perché ha parlato di un popolo dimenticato: I Liguri. Dimenticato dalle istituzioni scolastiche, dai programmi e pubblicazioni che si occupano di divulgazione storica e in parte anche dalla rete. Da Ligure mi sembra doveroso parlarne!
L'Autore intraprende uno studio complessivo sui Liguri iniziando dall'esigenza di riscoperta e dalla necessità "del cuore" dell uomo: le Radici trascurate da tanto tempo e scevra da possibili legami etnici, trattando il tema attraverso le fonti: storico- classiche, archeologiche, antropologiche, non solo ma avvalendosi dello studio della genetica ed in particolare lil lavoro di Cavalli-Sforza; un modo innovativo di fare ricerca. Dobbiamo tenere conto di come la genetica abbia intrapreso passi da gigante negli ultimi anni ma resta davvero una bella sfida la sua. Forse con il senno dell'oggi avrei posto al Professore qualche domanda sull'utilizzo della critica delle fonti usate nel libro, ma questo non sminuisce il suo lavoro anzi la critica serve sempre per migliorare il lavoro svolto. Il libro tratta un periodo che va dal paleolitico medio sino alla conquista romana delle popolazioni Liguri antiche. Il libro è leggibile, non è un " mattone"! A mio avviso il pregio maggiore è parlare di quelle Genti che si riunivano nei "santuari", luoghi spirituali (il monte Bego, il Beigua) presenti ancora oggi dove gli antichi abitanti della Liguria si recavano per pregare le loro divinità.Quando penso alla Liguria penso al mare, ai monti e non posso non pensare ai sui monti/"santuari" antichi ed a coloro che vi si recavano a piedi in situazioni tecnologiche e sociali molto diverse dalle nostre!
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"E lo choc per le sue parole fu enorme. Stabilì la terribile somiglianza fra le società comuniste ed il soffocamento della vita spirituale in Occidente” iglianza fra le società comuniste ed il soffocamento della vita spirituale in Occidente” lo scrive l’Autore a proposito dell’intervento di Aleksandr Isaevič Solženicyn organizzato ad Harward l’8 giugno 1978.
Nel suo libro Giulio Meotti evidenzia numerosi episodi ispirati al politicamente corretto avvenuti nella sedi più diverse ma, comunque, accomunati dall’intellettualismo à la page.
La nuova religione laica ha indotto molte aziende (per esempio : Unilever, L’Oreal, Barillla, Misura, Buitoni, Garofalo) a modificare i messaggi pubblicitari per i loro prodotti.
Ma i suoi effetti si sono manifestati anche in sedi che sarebbero dovute rimanere "al di sopra di ogni sospetto". In quella retorica sono state risucchiate istituzioni che dovrebbe
ro far cultura (Università americane ed europee), pubbliche amministrazioni, l’informazione video e stampata (gli esempi citati sono un ricco ed interessante repertorio).
A pagina 72 l’Autore riporta quanto segue: “The Lancet. La «bibbia» della medicina, come detto ha cancellato la parola «donna» e l’ha sostituita con «corpi con la vagina», in omaggio
al transgender.”.
Pare incredibile ma se viene citato quell'episodio c’è da ritenere sia stato più che verificato, quindi si tratta di apoteosi dello strabismo gender.
Già quanto sopra è impressionante ma le considerazioni delle persone fuggite dai regimi comunisti e rifugiatesi negli U.S.A. od in Europa sono illuminati. Un esempio tra i tanti.
Yeonmi Park -la più nota disertrice nordcoreana- è stata sgradevolmente sorpresa da quanto ha riscontrato alla Columbia University. Preso atto del sentimento anti-occidentale e del conformismo espresso dal politicamente corretto ha detto che «neanche la Corea del Nord è così matta».
Non resta che constatare come il "corretto pensiero", il neo linguaggio gender e tutti gli atteggiamenti “progressisti” diffusi nel mondo “libero” occidentale stiano generando un att
eggiamento censorio, condizionante ed emarginante che, seppur fisicamente meno violento, si assomiglia a quello degli Stati dittatoriali.
Se ci è stato mostrato che il mondo libero è in naturale antitesi a quello dittatoriale comunista (quello nazional-socialista non è più in competizione) ma l’evoluzione “progressista” del primo lo fa assomigliare al secondo allora significa che qualcosa non quadra.
Se la vicenda non è dovuta al caso sorge un interrogativo.
Cui prodest? Chi è il grande manovratore?
Il “visionario” George Orwell ci aveva visto giusto già nel 1949.
I NUOVI BARBARI
Editi nel gennaio 2023 da Lindau s.r.l.
124 pagine, formato tascabile
€ 14,00
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Conoscere gli antecedenti storici serve a capire i motivi per cui, oggi, le cose vanno in un certo modo.
Conoscere consente l'analisi; è una procedura valida per moltissimi, se non tutti, gli aspetti relativi al funzionamento di una comunità o l'insieme di più comunità.
Nella sostanza la conoscenza consente di elaborare post-concetti. Cioè : constatato il riproporsi di certi meccanismi è lecito elaborarne deduzioni che se non hanno una precisione matematica riescono, però, a raggiungere una significativa probabilità di fornire indicazioni congrue.
Questo libro serve a capire come -a quel tempo- ha funzionato il sistema Italia ed importa relativamente che allora ci fosse una dittatura il cui scopo, con una retorica ben distante dalla realtà delle cose, era mostrare efficienza ed efficacia di un sistema organizzativo, operativo e decisionale che alla prova dei fatti si dimostrò un colossale e tragico fallimento.
Nelle prime pagine il libro tratta episodi e vicente avvenute nel Mar Egeo relative alle conseguenze della resa dell'8 settembre 1943 e ne motivano il titolo : la fucilazione degli ammiragli Inigo Campioni e Luigi Mascerpa avvenuta a Parma il 24 maggio 1944 per sentenza emessa dal Tribunale speciale di quella città.
Come da sottotitolo l'Autore illustra ed analizza un corposo e particolare aspetto che ha contribuito a determinare le vicende europee della 2° Guerra Mondiale: la regia Marina.
Invidie, rivalità, timori, scarso coordinamento interforze, penuria di combustibile ma abbondanza di ammiragli ne costituivano "l'armamento".
Pertanto non stupiscono i "brillanti" risultati conseguiti nei primi nove mesi di guerra:
● 9 luglio 1940, Punta Stilo : la regia Marina pur essendo in condizioni estremamente favorevoli mancò di conseguire risultati decisivi nei confronti della Royal Navy.
● 11-12 novembre 1940, porto di Taranto : nella notte gli aerei inglesi della Royal Air Force attaccarono la flotta della Regia Marina italiana ormeggiata in porto riuscento ad infliggere importanti danni.
● 9 febbraio 1941, Genova : la Royal Navy bombardò indisturbata la Città, in mezz'ora vennero sparati 1401 proiettili di cui 273 da 382 millimetri. Terminata l'operazione le navi inglesi indisturbate rientrarono a Gibilterra.
● 28-29 marzo 1941, Capo Matapan : nello scontro tra regia Marina e Royal Navy i britannici conseguirono una netta vittoria infliggendo gravi perdite al nemico. Lo scontro evidenziò l'inadeguatezza della navi italiane nei combattimenti notturni.
Le ardite imprese di pochi uomini coraggiosi e determinati non hanno potuto, ovviamente, compensare le profonde carenze generali nè incidere sulla mentalità della casta militare e politica.
Pagine 368
Il volume recensito, stampato nel maggio 1990, ha il N° 1447
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È la Liguria terra leggiadra.
Il sasso ardente, l’argilla pulita,
s’avvivano di pampini al sole.
È gigante l’ulivo. A primavera
appar dovunque la mimosa effimera.
Ombra e sole s’alternano
per quelle fondi valli
che si celano al mare,
per le vie lastricate
che vanno in su, fra campi di rose,
pozzi e terre spaccate,
costeggiando poderi e vigne chiuse.
In quell’arida terra il sole striscia
sulle pietre come un serpe.
Il mare in certi giorni
è un giardino fiorito.
Reca messaggi il vento.
Venere torna a nascere
ai soffi del maestrale.
O chiese di Liguria, come navi
disposte a esser varate!
O aperti ai venti e all’onde
liguri cimiteri!
Una rosea tristezza vi colora
quando di sera, simile ad un fiore
che marcisce, la grande luce
si va sfacendo e muore.
di Vincenzo Cardarelli
(Tarquinia 1887-Roma 1959)
Nota: ho pubblicato questa poesia per "colpa" di un mio insegnante di Lettere al Liceo Scientifico "Calasanzio": il Professore Renato Dellepiane.
L'ha inserita nel Suo libro "VITA DI SCUOLA SCUOLA DI VITA" e, ritrovandovela, non ho potuto fare a meno di riproporla a coloro che frequentano questo sito.
"Liguria" dovrebbe far riflettere e risvegliare l'amore e l'orgoglio per la nostra Terra; è stata scritta da un foresto che -forse per questo- ha saputo coglierne la bellezza troppo spesso non percepita dai Genovesi.