"E lo choc per le sue parole fu enorme. Stabilì la terribile somiglianza fra le società comuniste ed il soffocamento della vita spirituale in Occidente” iglianza fra le società comuniste ed il soffocamento della vita spirituale in Occidente” lo scrive l’Autore a proposito dell’intervento di Aleksandr Isaevič Solženicyn organizzato ad Harward l’8 giugno 1978.
Nel suo libro Giulio Meotti evidenzia numerosi episodi ispirati al politicamente corretto avvenuti nella sedi più diverse ma, comunque, accomunati dall’intellettualismo à la page.
La nuova religione laica ha indotto molte aziende (per esempio : Unilever, L’Oreal, Barillla, Misura, Buitoni, Garofalo) a modificare i messaggi pubblicitari per i loro prodotti.
Ma i suoi effetti si sono manifestati anche in sedi che sarebbero dovute rimanere "al di sopra di ogni sospetto". In quella retorica sono state risucchiate istituzioni che dovrebbe
ro far cultura (Università americane ed europee), pubbliche amministrazioni, l’informazione video e stampata (gli esempi citati sono un ricco ed interessante repertorio).
A pagina 72 l’Autore riporta quanto segue: “The Lancet. La «bibbia» della medicina, come detto ha cancellato la parola «donna» e l’ha sostituita con «corpi con la vagina», in omaggio
al transgender.”.
Pare incredibile ma se viene citato quell'episodio c’è da ritenere sia stato più che verificato, quindi si tratta di apoteosi dello strabismo gender.
Già quanto sopra è impressionante ma le considerazioni delle persone fuggite dai regimi comunisti e rifugiatesi negli U.S.A. od in Europa sono illuminati. Un esempio tra i tanti.
Yeonmi Park -la più nota disertrice nordcoreana- è stata sgradevolmente sorpresa da quanto ha riscontrato alla Columbia University. Preso atto del sentimento anti-occidentale e del conformismo espresso dal politicamente corretto ha detto che «neanche la Corea del Nord è così matta».
Non resta che constatare come il "corretto pensiero", il neo linguaggio gender e tutti gli atteggiamenti “progressisti” diffusi nel mondo “libero” occidentale stiano generando un att
eggiamento censorio, condizionante ed emarginante che, seppur fisicamente meno violento, si assomiglia a quello degli Stati dittatoriali.
Se ci è stato mostrato che il mondo libero è in naturale antitesi a quello dittatoriale comunista (quello nazional-socialista non è più in competizione) ma l’evoluzione “progressista” del primo lo fa assomigliare al secondo allora significa che qualcosa non quadra.
Se la vicenda non è dovuta al caso sorge un interrogativo.
Cui prodest? Chi è il grande manovratore?
Il “visionario” George Orwell ci aveva visto giusto già nel 1949.
I NUOVI BARBARI
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