Prima consumiamo, poi ci rimane la rumenta tra i piedi. Cosa ne facciamo?
Che si tratti di piccole o grandi comunità lo smaltimento è un problema che ha trovato diverse soluzioni : raccolta differenziata per ridurre la massa di rifiuti non riciclabili, l’incenerimento tout court, il sotterramento, l’incendio (doloso).
Sull’ultimo non c’è un granché da dire.
La raccolta differenziata è il sistema migliore perché consente il recupero e riutilizzo dei materiali raccolti ma è fortemente condizionata dal senso civico della comunità e, comunque, resta sempre una quota -magari minima- di rifiuti che devono essere smaltiti.
Allora che ne resti poca (raccolta differenziata perfettamente condivisa) o che resti quasi tutta (raccolta differenziata scarsamente condivisa) la rumenta deve essere tolta d’in giro.
E qui, per quanto ne so, ci sono solo due alternative: l’inceneritore (altrimenti detto termovalorizzatore) oppure il sotterramento come realizzato nella megadiscarica di Scarpino.
Poiché il 61,9% del campione protagonista del recente sondaggio realizzato sull’argomento da “Il Secolo XIX” ritiene che la raccolta differenziata sia effettuata da una coorte di persone comprese tra il 31% ed il 50% della popolazione non stupisce che per evitare un’altra Scarpino “Oltre il 50% [dei Liguri] si dichiara favorevole alla realizzazione di un termovalorizzatore.” per distruggere la notevole quantità di rifiuti indifferenziati.
E considerati i "pregiudizi" che l’italico modo di fare le cose suscita nella gente stupisce ancora meno che il 51,6% dei favorevoli al termovalorizzatore lo sia “Ma so- lo se lontano da casa mia” .
Non si sa mai … potrebbe anche capitare che non sempre vengano raggiunte le altissime temperature necessarie per un’efficace combustione e quindi si finisca per ritrovare nell’aria sostanze tossiche come la diossina; quindi inceneritore sì, ma è meglio che sia vicino agli altri.
Non so se i risultati del sondaggio potranno orientare verso la scelta di un inceneritore. Nel caso la soluzione fosse quella voglio ricordare che l’Associazione Repubblica di Genova si era già mobilitata quando la giunta del sindaco Sansa aveva ipotizzato la costruzione di un inceneritore nei pressi della Lanterna : posizione perfetta per offrire ai Genovesi l’occasione di un “salubre” areosol.
Per evitare quello scempio avevamo proposto di sistemare l'inceneritore in una caverna scavata dentro una delle colline retrostanti la Città con la possibilità di localizzare la dispersione delle emissioni in una zona alta (cioè vicino alla sommità della collina) e lontana dall’abitato.
Siamo pronti a farci risentire in caso di necessità.
I lettori che non sapessero dove si trova la discarica di Scarpino potranno rintracciarla nel cerchio giallo cliccando qui.