Una fune. Un oggetto di uso comune che, a seconda della parte dalla quale lo si guarda, dalla terraferma o dal mare, cambia nome.
La corda, quella della campagna e del lavoro contadino; la sagola, in uso presso i marinai.
Corda e sagola sono i simboli rispettivi con i loro concetti e le loro relazioni di due categorie storiche in assoluto contrasto.
Questi due mondi, che si sono dati sempre le spalle, oggi si ritrovano uniti sul nuovo lungomare di Deiva Marina. Corda e sagola non esistono più. Esiste solo la luce che si riflette sulla linea della fune e che ce la restituisce con un aspetto nuovo. Mai come su questa passeggiata terra e mare si combinano fra di loro fino a cambiare dimensione.
Questa atmosfera attira la nostra attenzione con le suggestioni di un mondo lontano: quello fantastico legato ai Transatlantici e al sogno proibito della bella vita.
Protagonista della fantasia, il Transatlantico già dalla sua origine aveva anche provveduto a cambiare dimensione al mare spalancandolo a chi veniva dalla campagna per scoprire l’ America. Per la prima volta sul Transatlantico potevano navigare tanto quelli che sapevano nuotare come quelli che sapevano solo camminare.
Azzerati sul finire degli anni ’70 questi elementi tornano 30 anni dopo sul nuovo lungomare di Deiva Marina.
La passeggiata Cristoforo Colombo è una prosecuzione, perché la sua matrice è la turbonave Michelangelo.
Il ponte rialzato, la soluzione arrotondata delle ringhiere, l’alternanza di spazi semicircolari e rettilinei, il movimento quasi astratto dell’insieme, sono tutti elementi allusivi della grande nave e portano in loro la tradizione della precisione che fa dell’architettura italiana ancora la migliore del mondo.
Ma la passeggiata è anche un risarcimento intellettuale, perché questo lungomare non è una cartolina. Qui c’è sostanza. Questa autenticità è come una restituzione ideale; il mare visto da terra cessa di essere solo paesaggio e la battigia cessa di essere l’ultimo punto della terraferma.
Come accadeva per il ponte del Transatlantico, il lungomare diventa il luogo dello scambio e si spalanca tanto a quelli che sanno nuotare come a quelli che sanno solo camminare.
Impaginato da Capellini come una scenografia teatrale il lungomare si fa set.
Luci e movimento nella notte, dove tutto è possibile ed il ruolo da protagonista viene assegnato alla figura del visitatore che, entrandovi, si carica di eleganza diventando il centro del mondo.
Poi, anche qui, l’architettura irrompe nel futuro; etica e estetica coincidono, Deiva cambia forma e dialoga con l’arte.
Paese che vai stile che trovi. Questo la dice lunga circa la risposta da dare alla domanda contenuta nel titolo. Signori di solito si nasce ma si può anche diventare sotto la riconversione dello stile.
Dove lo stile, quello che oggi stupisce la Liguria, è un segno di supremazia, perché lo stile è l’uomo.
* [ da quotidiano La Nazione settembre 2005]