Che la fine sia vicina?
Il 19 luglio scorso “Il Fatto Quotidiano” ha pubblicato un’intervista a Gustavo Zagrebelsky, che è stato giudice della Corte costituzionale dal 1995 al 2004 e presidente emerito.
Parlando dei recenti e numerosi episodi di natura politica e costituzionale ha affermato “… Si fa finta di vivere nella normalità della vita democratica, ma non è così. Su tutto domina la difesa dello status quo, in questa maniera la democrazia muore…".
Ha continuato affermando che “…È come se una rete invisibile avvolgesse le istituzioni politiche fossilizzandole; imponesse agli attori politici azioni e omissioni altrimenti assurdi e inspiegabili; mirasse a impedire che qualunque cosa nuova avvenga. Questa è stasi, situazione pericolosa…”.
Il suo curriculum professionale non consente di prenderne alla leggera le affermazioni né di etichettarle come esternazioni finalizzate al carrierismo. Quindi se arriva a sostenere un’opinione così pesante significa che ne ha fondati motivi e che la situazione è più incancrenita di quanto vogliano farci credere o di come la gente può immaginare.
Allora, parafrasando il titolo di un libro di Sergio Romano, la repubblica italiana è prossima alla liquefazione?
Lo spero, ma conoscendo la camaleontica inventiva italiana ed il costume savoiardo-badogliano che dalle Istituzioni si irradia al singolo penso non sarà un percorso rapido.
Però non significa sia lunghissimo.
Quindi continuiamo a darci da fare con la nostra attività perché niâtri sémmo quélli do brichétto ed al momento buono vogliamo essere pronti.