La notizia è di questa mattina. Eugenio Ceroni, il nostro Presidente, è morto.
Sapevo che da qualche mese il suo stato di salute si era complicato ma, come tutti, speravo fosse sostenibile. Ho confidato fino ad oggi.
Adesso che Eugenio se n’è andato provo una nota di tristezza. La figura di Eugenio Ceroni richiama in me una relazione associativa durata trenta anni ed un’amicizia personale che durava da quasi quattro decenni e, se guardo al fondo di questi due percorsi, vedo un uomo che aveva a cuore la vita di Liguria e le trasformazioni sociali ed economiche della nostra società. Per questo mi era stato vicino nella stesura del libro che uscirà a settembre, in occasione del trentennale dell’Associazione Repubblica di Genova, fino al punto di pensare ad intervenire aprendo il saggio con un suo messaggio diretto.
Le parole di apertura al volume costituiscono l’ultimo messaggio che mi ha trasmesso Eugenio Ceroni.
È un testo di una grande profondità che ci richiama a recuperare ed a sfruttare fino in fondo l’energia che la Genova storica aveva saputo trasmettere al mondo.
Non è un invito marginale. Per cui coerentemente con lo spirito genovese richiamato in quell’ultimo messaggio carissimo Eugenio ti dico: la morte non è perdita, è solo l’inizio di un percorso inedito.
Pier Cristiano Torre