Su "Il Secolo XIX" di oggi è stato pubblicto un articolo che parla dell'Istituto di ricerca biologico molecolare (Irbm) situato a Pomezia. L'Istituto collabora con AstraZeneca per preparare uno dei vaccini contro il Covid-19.
In quell'articolo sono riportati alcuni dati che devono far riflettere chi di dovere.
È noto che l'acciaieria di Cornigliano occupa più di 1.000.000 di metri quadrati dati in concessione a Riva ai tempi dell'accordo di programma relativo a quello stabilimento quando gli addetti era molti di più degli attuali 1000 (circa) di oggi.
Qui a destra potete vedere uno pezzo dell'articolo che mostra quanto sia assurdo e miope lo spreco (che già di per sè non è atteggiamento intelligente) perpetrato con quell'area.
Facendo un semplice confronto tra l'ex-ILVA e l'Irbm si rileva che la prima impiega 4 volte i dipendenti della seconda occupando una superficie di oltre 12 volte; come dire che l'ex-ILVA dovrebbe avere 3.125 addetti se avesse lo stesso rapporto occupati per unità di superficie dell'Irbm .
Lo spreco è evidente !
Vale la pena di considerare anche la qualità degli addetti impegnati: non c'è paragone !
Alti livelli di conoscenza comportano una ricaduta sul territorio anche in termini di ricchezza culturale, sociale ed economica.
Per prevenire le obiezioni di chi difende in modo fittizio lo status quo preciso che l'attenzione dell'Associazione Repubblica di Genova va anche agli attuali dipendenti di ArcelorMittal (o di quel che diventerà in un futuro non lontano) a Genova cui è necessario mantenere un lavoro per assicurare il reddito necessario.
Ciò non è antitetico all'utilizzo profiquo di parte delle aree ancora in concessione nonostante siano radicalmente ridotti gli addetti all'acciaieria.
In modo più diretto : se gli addetti sono stati ridotti alla metà è evidente che 500.000 metri quadrati devono tornare a disposizione della Città.
Semplice e lineare.