É notizia di oggi lo sciopero dei portuali americani che sta mettendo in crisi i trasporti internazionali.
Perché quei portuali sono arrivati ad intraprendere uno sciopero così dirompente?
Beh, la retribuzione ne è un punto caratteristico. Ma non l'unico.
C'è grande preoccupazione per il loro futuro: il rischio di perdere il posto di lavoro a causa dell'automazione del lavoro in banchina.
In queste pagine abbiamo avuto già altre occasioni per evidenziare che la gran cassa sull'aumento del traffico di containers come fonte di ricchezza locale legata alla manodopera sia informazione fatua.
Viene il sospetto che sia semplicemente un'iniziativa "pubblicitaria" per far accettare una trsaformazione urbanistica irreversibile tale da lasciare ai Genovesi solamente occupazione di suolo con scarsissime ricadute economiche locali, traffico di TIR e relativo inquinamento, povertà sociale e decadimento culturale. Esattamente l'opposto di quanto ci serve per contrastare tutti i parametri negativi (fuga di talenti, scarse prospettive di lavori gratificanti per i nostri giovani, decremento anagrafico).
Non sto a ripetere concetti già espressi in questo sito (1 2 3 4 5 6 7 8 9) anche perchè la preoccupazione dei camalli statunitensi per l'automazione delle banchine si è già concretizzata in un terminal di Qingdao alla fine di dicembre dello scorso anno: l'automazione consente di cancellare l'80% del personale.