Italia Cenerentola europea per la spesa sanitaria, con numeri sempre più bassi rispetto all'Europa occidentale e una crescita decisamente inferiore per quanto riguarda i soldi pubblici. Più 'in linea', invece, la spesa privata il cui trend si conferma in crescita ….”

Inizia così un articolo pubblicato sul sito http://www.univadis.it (per consultarlo è necessario registrarsi).
Nulla di cui stupirsi; nelle classifiche europee lo stato italiano è praticamente sempre nella parte alta delle classifiche relative agli aspetti negativi e regolarmente quasi in fondo a quelle che monitorano le efficienze.

Vorrei far rilevare ai pagatori di tasse (cioè i contribuenti) come le considerazioni esposte in quell’articolo evidenzino che chi paga … lo prende regolarmente nello stoppino.

I contribuenti pagano per permettere il funzionamento di ciò che è pubblico, chi non contribuisce -gli esentasse a vario titolo- utilizzano gratuitamente quanto pagato dagli altri, vale a dire che ottengono un doppio risparmio.
Nel caso della sanità i contribuenti certamente sanno che, essendo “ricchi”, devono pagare il ticket definito come partecipazione al costo delle prestazioni sanitarie. Come se il contribuente non avesse già partecipato considerate le trattenute a favore del Sistema Sanitario Nazionale effettuate sul proprio reddito. Proprio per questo il ticket rappresenta una doppia “tassazione”.

Il contribuente ne è consapevole ?
Parrebbe di no!
Ha mai pensato che, per contro, ci sono coloro -gli esenti ticket per reddito- che oltre a non aver trattenute usufruiscono in modo gratuito di ciò che lui paga due volte?
Il contribuente approva questo sistema? Ne è contento?
Visto che i contribuenti non fanno sentire la loro protesta si direbbe che gli vada bene così. Oppure l’alto astensionismo alle elezioni può essere un segno –un po’ anonimo ed indiretto- di disapprovazione?

Riteniamo che chi partecipa alle spese abbia il diritto di godere di tutte le prestazioni con ogni agevolazione possibile e svincolate dagli adempimenti burocratici, per esempio con tempo zero di attesa.
In mancanza di un criterio che riconosca al contribuente-pagante una qualche forma di riconoscimento pubblico per il suo doppio ruolo,  un corretto sistema di  reciprocità-responsabilità  dovrebbe prevedere l'obbligo per l'"esentato"  di ripagare la collettività col lavoro tanto da compensare i costi di quanto utilizza.

In termini più generali e semplici deve valere la responsabilità.

L’assunzione di responsabilità deve cominciare dalle figure pubbliche; iniziando da coloro che, tramite la televisione e gli altri mezzi di comunicazione, esaltano il "bisogno" come uno stato di diritto per ogni esenzione civile e morale e rompendo il tabù degli "esentati" che contano di più di chi li sostiene economicamente.
Dobbiamo incalzarli.

CONTRIBUENTI: SVEGLIA !!!

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