Questa storia è cominciata una sera della scorsa estate nell'ambito del vernissage di una mostra d'arte, cerimonia inaugurale cultural-mondana, in un importante villaggio della Costa Azzurra.
Sarà stato per il tradizionale spirito della “vernice”, come inaugurazione per intimi, che ha aperto alle confidenze, sarà stato per uno slancio spontaneo, non saprei bene. Resta il fatto che ad un certo punto della serata la moglie di un invitato, una elegante e raffinata Signora di illustre lignaggio, mi ha raccontato di come qualche tempo prima la TV d'Oltralpe avesse dedicato un grande reportage alla città di Genova. L'argomento era stato la continuità, in termini di prestigio e bellezza, fra la Città contemporanea e l'antica Regina dei mari e della finanza.

Devo essere onesto. Nonostante la potenza del racconto ho stentato, e stento, parecchio a trovare una qualche continuità fra le due epoche. Ritengo che la Città di oggi mal si accordi con quella di ieri. Tuttavia, devo ammettere che in quella argomentazione c'era qualcosa di intenso, di fortemente intellettuale, che prima mi ha sorpreso, poi mi ha preso.
Era il riferimento allo spirito degli antichi Genovesi. Visti non solo come degli uomini in carne e sangue ma come un'idea. Un'idea di laicità, di cosmopolitismo, di libertà. Magari anche quella di diventare ricchi. Sempre e comunque, un'idea vincente.

“Les Conquistadores.” Per dirla esattamente con le parole della Signora in questione. Una definizione rivelatrice dell'attrazione spettacolare che presso un pubblico colto e raffinato circonda un'epoca appassionante ed i suoi audaci protagonisti.
Però, in termini assoluti non era la prima volta che in Francia si rivalutava l'eredità della Repubblica di Genova. Ci avevano già pensato i Corsi - proprio loro, gli antichi nemici di Genova! - a promuovere in una nuova ed avvincente soluzione -“l'onnipotenza dei Genovesi”- l'eredità di quelli che furono fra i Signori dei mari.
E non erano neppure stati i primi.
Riandando indietro con la memoria non posso fare a meno di ricordare l'appassionato attaccamento ai valori di libertà e cosmopolitismo della Genova seicentesca innescati presso i pied-noir, i figli (in cerca di identità) di genitori francesi nati in Algeria, da un romanzo fortunato: “Il periplo di Baldassarre”. Mai perfettamente assimilati ai loro compatrioti metropolitani quei giovani avevano cercato un modello, una maniera, di stare insieme e l'avevano trovata nella Genova aristocratica.
Insomma, andando avanti e indietro lungo il corso degli ultimi anni e di diverse categorie sociali sembra proprio che in Francia, e non solamente lì, ma parimenti lungo un asse che dalla Spagna alla Turchia attraversa tutto il Mediterraneo, stia prendendo sempre più corpo il fascino di Genova.

Una Città immortale. Fatta di Uomini unici.

Les Conquistadores.

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