Guadagnare lavorando è dannoso e punitivo, lo si evince dalla semplice constatazione della progressività nelle aliquote delle tasse.
Ma per fortuna -si fa per dire- il curioso articolo (il 53) della Costituzione della repubblica italiana si limita a danneggiare il morale e limitare la libertà di iniziativa; ma  solo un po' giacché siamo abituati a veder negato il principio del beneficio proporzionalmente alla capacità contributiva conseguenza di una strana valutazione del rapporto fra  necessities e superfluities.
Ma c’è di peggio per chi lavora.

La cronaca recente ha riportato la notizia che l’italico stato non ha riconosciuto alcun risarcimento ai familiari di un 27enne ucciso da un ubriaco che gli ha tagliato la gola.
Motivo : quello “sciocco” operaio aveva un reddito da 13.500 euro che eccede gli 11.500 euro posti da questo stato come limite ai risarcimenti.

Allora vediamo un po’ le caratteristiche funzionali di quello stato :
- a parità qualitativa e quantitativa di servizi erogati agli abitanti pretende contributi di diversa entità, vale a dire che fa pagare importi anche molto diversi per servizi (scadenti) identici
- recepisce con 12 ( dodici ! ) anni di ritardo la direttiva europea del 2004 che ha imposto agli Stati membri di risarcire le vittime di reati violenti
- tratta le vittime ed i loro familiari con un criterio discriminatorio (ma poiché si tratta di soldi e non di religione, razza, genere il “razzismo” va bene)
- non rispetta le leggi che si è dato visto che l’omicida non doveva trovarsi nella penisola in quanto privo di regolare permesso di soggiorno
- non fa rispettare le leggi che si è dato visto che l’omicida doveva già essere in galera per un totale di 6 anni e 8 mesi accumulati per reati che spaziano dall’aggressione alla rapina a mano armata.

Bella e giusta l’italia, non vi pare?
Ne siete contenti?
Siete orgogliosi di essere ita(g)liani?
Sarà... ma chissà se anche a voi capiterà di finire ammazzati e mazziati?

Nel caso, bravi ... ve lo meritate.

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