Campioni d'Europa! Si, si …campioni! Tristemente, Gianfranco Dell'Oro Bussetti che ci mostra questa bella e significativa foto che porta le stigmate di una Valpolcevera Svalpolceverizzata e riempita di tutto un po’, bisogna dire che se fosse stato fatto il raddoppio, molto probabilmente non saremmo qui a piangere le vittime. Ma, ancora più triste, sarebbe considerare che questo fatto potrebbe essere un punto a favore – casomai esistesse un punto a favore! - della difesa di chi ha causato quel disastro. E così non si può almeno non immaginare che la gestione di “quelle cose lì” così complesse e costose, in una Città ed in una Regione attraverso le quali è maturata quella Storia di Grandezza che ha affascinato il mondo e che deriva proprio da questa posizione geografica utile ed anzi “oggi” addirittura indispensabile per la Stato italiano e per l’Europa “nonostante l’orografia” se abbiamo anche potuto assistere come in quattro e quattr’otto son state eseguite opere viarie cittadine! Si deve allora considerare come “quelle cose lì” sian sempre state estremamente complesse. Lo erano già dai tempi della lunga e nota Storia Mercantile legata a quell'apertura continua in tutto il mondo conosciuto dei nuovi mercati che i Genovesi han sempre portato avanti nella loro storia e dunque il commercio e la conseguente necessità di trasportare le merci dalle Foci e dalle Spiagge, prima ancora che dai porti, al di là dei Gioghi, delle Croci di Vie e delle Foci di un territorio lungo e stretto, particolare e fragilissimo che veniva però percorso in tutti i suoi luoghi da e per ogni dove, da e per il mare, da e per le Padanie ed oltre, oltre ed oltre ancora da viandanti di ogni genere, compresi i nemici che però non riuscirono quasi mai a passare, e da quei mulattieri che con i loro muli contribuirono alla costruzione della ricchezza e della grandezza oltre che, man mano, al miglioramento viario disseminando qui e là nel tempo, sulle direttrici di marcia, quei Borghi arricchitisi di quella cultura delle cosiddette “Terre di Passo” che si trovano fin negli anfratti più nascosti di quell’Appennino Ligure, bello, aspro e selvaggio che un tempo arrivava fino al Grande Fiume, il Po!
Con la modernità, man mano, Cittadini d’accordo o no, “quelle cose lì” si son fatte sempre più pesanti e son diventate addirittura devastatrici se tutt'ad un tratto se ne è potuta toccar con mano la pericolosità e la tragedia tanto che il dubbio emerso è stato quello che “quelle cose lì” son parse come essere state date in mano, se non a degli incapaci, almeno a chi - non si dice provasse chissà quale affetto per Genova e la Liguria dove magari vi aveva trovato le risposte alle aspettative della proprio vita – non ha guardato che al profitto senza tenere assolutamente conto dei luoghi, della loro bellezza che così sfioriva sempre più e della loro fragilità sempre più compromessa, per non dire degli “abitatori” oltre che degli utilizzatori!
E nâe, nôe, no! Chìe no ghe sémmo… me câi vôi!
Non va bene, come diciamo a Genova che forse ancora meglio sarebbe seguire quel detto popolare che recita … gîla cómme t’eu ma ciù l’amîo e ciù me pâ che sta cöça chìe a ne ségge chéita pròpio ‘n to cû!
Ed allora ecco che trattandosi di “casa nostra” piacerebbe un po’ di più “decidere da noi” come si è sempre fatto.
Come i Campioni d'Europa vincitori perché ognuno di quei giocatori si è - o è stato - riconosciuto nel suo utile particolare, nella sua specificità “portando così il suo miglior contributo” al gruppo.
E allora bisognerebbe immaginare che la politica funzionasse proprio così come, almeno si sente dire, pare aver funzionato la squadra campione!
Da lì, da quel fare squadra allora, perché non tendere ad appartenere al mondo delle più avanzate e moderne Repubbliche Federali dove si fa squadra partendo proprio dal considerare valide e rendere veramente autonome le regioni in considerazione proprio di quelle storiche Libere Entità Amministrative sovrane che furono già veri e propri Stati preunitari dove, alcuni di essi, come la nostra Repubblica di Genova, erano già moderni posto infine che il concorso di tutte le “specificità” o le “particolarità” unite ad una nuova “assunzione delle responsabilità del governo del proprio”, possa consentire - portando ognuna di esse il meglio del loro alla generalità - di non essere più quei Cittadini così oscuramente manipolati dall’ombra di chi decide per tutti, aggiungendo infine, dopo aver portato e continuando a portar via loro …anche l'anima perché si vince uniti, ben diretti e non costretti!