In questi giorni i rappresentanti dei vari Stati europei sono riuniti a Bruxelles per discutere del "recovery fund" cioè sui soldi da impiegare nella ripresa dalla crisi economica causata dell'epidemia di Covid-19.

La trattativa riguarda la somma da impiegare, quanta a fondo perso , quanta in prestito e le garanzie richieste per erogare i denari.
Si sono immediatamente delineati atteggiamenti contrapposti tra gli Stati definiti frugali (Danimarca, Svezia, Olanda e Austria) e quelli che,a vario grado, non lo sono tra cui -guarda caso- quello italiano. Piazzati a metà strada ci sono gli Stati che cercano di mediare.
La stampa italiana ha pubblicato numerosi articoli che riportano le considerazioni di chi sostiene l'irragionevolezza dei paletti posti dai "frugali" perchè sarebbero un limite alla solidarietà, alla ripresa economica degli Stati più colpiti e, in sostanza, un pericolo per la tenuta dell'Unione europea già attaccata dai cosiddetti "sovranisti" (termime che fa pensare ci siano in contrapposizione i sudditisti).

Al più altro livello governativo sono state espresse esternazioni che vanno dal diplomatico "...Non si tratta di porre il veto, si tratta di trovare un accordo..." al categoricamente orgoglioso “... L’Italia è molto ambiziosa...".  Dalla disponibilità a trovare un accordo " Siamo disponibili a entrare nella logica di revisione di qualche dettaglio ..." alla ferrea determinazione sancita dal "... Non siamo assolutamente disponibili ad accettare una soluzione di compromesso ...".

Ma l'articolo che mi pare sintetizzi al meglio tante  "emozioni" l'ha scritto Antonio Polito che nel titolo reclama "...un po’ di fiducia (reciproca)." dimenticando la massima -non molto elegante ma dalla lapidaria veridicità- che ha ispirato il titolo di questo scritto.

Ho trovato significativo il passaggio sotto ripottato in cui emerge chiaramente l'idea (o l'asuspicio o la pretesa, vedete voi) che un atleta scarso ("... suo antico gap di arretratezza ...") comunque "...merita di vincere ..." la competizione per di più con la pretesa che vada a vantaggio di tutti ("...interesse comune...").
 
Antonio Polito spiega perch allEuropa convenga aiutare lItalia
 
Però, a pensarci bene, non c'è da stupirsi che quello sia l'atteggiamento mentale ispiratore dell'etica italiana.
Basta pensare alla favola di Esopo "La cicala e la formica" ed alla revisione dispensata da Rodari Gianni -celebrato pedagogista nonchè  specializzato in letteratura per l'infanzia- attivo per decenni nella diffusione della sua dottrina in linea  col pensiero politicamente corretto :
 
"Chiedo scusa alla favola antica
se non mi piace l’avara formica
io sto dalla parte della cicala
che il più bel canto non vende…regala!"
 
Proprio tutto alla rovescia col ribaltamento dei valori ispirati dal buon senso!
La nave italiana persiste sulla rotta tracciata dall'illusoria e cicalesca convinzione che non ci sia rapporto tra comportamento e conseguenze.
 
Genovesi e Liguri, qui finiremo sugli scogli. È il caso di sbarcare finchè siamo in tempo.
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Fino agli ultimi confini del Mondo copertina

Il libro è stato presentato venerdì 15 novembre alle 17:45

nella Sala Michelangelo del Hotel Bristol Palace

in via XX settembre 35 - a Genova