Il Secolo XIX di oggi ha pubblicato un articolo sull'intitolazione di un giardino di Cornigliano alle donne che manifestarono contro l'acciaieria.
Vinsero quella lotta ma il risultato deve ancora trovare il succeso completo.
Gia quaranta anni fa quelle donne avevano intuito ed indicato l'obbiettivo per lo sviluppo:
“più lavori, più vita, più conoscenze”
Allora solo qualche tecnico poteva ipotizzare gli svuluppi culturali e tecnologici che sono avvenuti ma oggi le possibilità a portata di mano dovrebbero essere chiare a chiunque.
Cosa aspetta chi di dovere a proporre una "rivoluzione" culturale ed ambientale che porti ricerca e lavoro per un benessere sociale diffuso?
Gli spazi per realizzare un Eden che compensi Cornigliano per la servitù patita sono lì, 1.000.000 di metri quadrati a portata di mano.
L’"Accordo di programma” sottoscritto nel 1999 non è una legge scolpita sulla pieta ed immutabile; ciò che allora -per vari motivi- non era immaginabile o proponibile può e deve essere modificato.
La salvaguardia degli attuali dipendenti è irrinunciabile ma ci sono le possibilità per mantenere loro il lavoro tramite corsi di riqualificazione od impiego in altre mansioni.
Il nuovo, facilmente immaginabile pensando alle attività di elevatissima qualità già presenti come l'IIT, è l'occasione per offrire ai giovani l'opportunità di lavoro qualificato, per invogliarli a rimanere nel territorio, per arricchire culturalmente, economicamente e socialmente Cornigliano e tutta Genova.