Sì, questo è il rischio!
Martedì 23 u.s. Il Secolo XIX ha pubblicato l'articolo dal sottostante titolo
Al recente Adriatic Sea Summit il dott. Zeno D’Agostino -Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale (cioè Trieste)- ha espresso varie considerazioni, anche sul porto di Genova.
Da tempo le pagine di questo sito ospitano interventi critici sugli utilizzi che gli amministratori genovesi intendono fare sia delle aree dal consolidato utilizzo portuale che dell'area ex-Ilva di Cornigliano.
Utilizzare gli spazi che potrebbero essere liberati dalla servitù siderurgica per sistemarvici containers rappresenta uno spreco di superfici preziose per la loro centralità rispetto agli istituti di ricerca esistenti ed alle vie di comunicazione (aeroporto, ferrovia, autostrade).
Gli interventi cui ho fatto cenno sono stati elaborati da simpatizzanti senza esperienza diretta nel campo dei traffici marittimi ma redatti utilizzando "triangolazioni" sulle informazioni fornite dai mezzi di comunicazione e tenendo presente due parametri:
1- alto rapporto di addetti per unità di superficie
2- attività ad alto ed altissimo valore aggiunto
cioé un utilizzo intensivo che favorisca un diffuso sviluppo culturale, economico, sociale ed ambientale della Città.
É certo che i containers non soddisfano i parametri di cui sopra ma sono a portata di mano e consentono agli Amministratori di mostrare all'opinione pubblica un rapido risultato mentre pianificare insediamenti di ricerca e di produzione hi-tech è lavoro più lungo e meno appariscente.
Ma sarà mica che la gatta frettolosa fa i gattini ciechi ?
"... ma quando i container non esisteranno più, cadranno tutti dal pero."
Lo ha detto il dott. Zeno D’Agostino. Considerata la sede ed il ruolo ricoperto pare di poter escludere sia stata solamente una battuta provocatoria.
Chissà cosa hanno pensato i genovesi?