Buon S. Valentino

S. Valentino.
Un nome da favola per un promemoria da incubo.

Questo è stato il destino della giornata dedicata al Santo sinonimo della felicità e della purezza visto che è stato incaricato di proteggere i più felici fra i felici, i più puri fra i puri: gli innamorati.
Un nome per tutti da favola, però associato universalmente ad un tragico fatto di sangue accaduto negli U.S.A. quasi 100 anni fa.
Da lì uno strano destino. Un destino beffardo che sotto forma di vulgata popolare attribuisce alla giornata un discreto potenziale iettatorio. Potenziale iettatorio, quello del Santo, che sembra inseguirlo da un'epoca ad un'altra, da un continente all'altro, da un paese ad un altro.
Difatti, ogni anno in occasione di S. Valentino in qualche parte del mondo succede qualcosa che rovina la festa agli abitanti di quella porzione di globo.

Quest'anno è toccato in sorte agli italici devoti avere rovinata la festa.
Il Presidente del Consiglio Enrico Letta si è dimesso ed al suo posto si è avanzata la candidatura di Matteo Renzi. Con ciò non si vuole dire che il Presidente Letta fosse amatissimo, si vuole dire che l'arrivo di Renzi verosimilmente segna la fine di ogni possibilità di recupero del Bel Paese.

Rincresce ripetersi ma anche questa volta devo ricordare all'eventuale lettore che l'avevamo detto.
L'avevamo detto due mesi fa che nella sostanza Renzi era portatore di istanze rivolte a mantenere le cose esattamente come sono già. Dunque, che la sua possibile ascesa al Governo naturalmente sarebbe stata fallimentare per lui e per il Paese.
L'avevamo detto.
Su una cosa sola ci eravamo sbagliati. Sulla cronologia degli eventi.
Stimavamo che Renzi avrebbe giocato la sua carta alla fine del 2014, inizi 2015. Invece ha smentito tutti ed ha affrettato i tempi.
C'è da chiedersi, perché? Per mettersi al riparo da due rischi. Entrambi di natura elettorale.
Primo, non rimanere personalmente coinvolto nella sconfitta che il PD avrà alle prossime europee. Sconfitta che probabilmente avrà il volto raggiante del M5S se questi, come pare, faranno il pieno dei voti facendo leva sullo scontento legato all'Euro e sullo storico sentimento anti-tedesco degli italiani. Ma che per Renzi rimarrebbe ugualmente grave se il Pd, pur contenendo la crescita del M5S, prendesse anche solo un voto in meno della volta precedente. Una parte del suo Partito lo incolperebbe certamente, magari al solo scopo di minarne la preminenza interna.
Secondo, evitare la sempre più probabile sconfitta alle elezioni politiche. Proiettato, da un non disinteressato battage giornalistico, sul gradino più alto del podio di ogni futura possibile competizione di politica interna, ogni giorno che passa Renzi, e con lui il PD, stanno scoprendo che l'esito effettivo potrebbe essere molto diverso. Nei sondaggi, da primi sono già scalati di un posto preceduti dal blocco berlusconiano. I contro-sondaggi che danno il PD comunque vincente secondo le norme del ballottaggio sono del tutto immaginifici. Non fosse altro perché non c'è ancora una Legge elettorale che preveda i ballottaggi.
Sempre che non siano veri dati di fonte incerta circolanti a Londra i quali riportano di un M5S vicino al 40%, di una Forza Italia appena al di sotto e di un PD staccatissimo.
Poi, che l’aspirazione di Matteo Renzi di salvare con sé stesso anche il PD ed il suo blocco di potere, puntando alla guida di un Governo destinato a durare fino al termine naturale della Legislatura, trovi buone basi nell'aspirazione di molti fra i Parlamentari a conservare il più possibile un posto che sanno non rioccuperanno mai più è un dettagliuo.
È un dettaglio che curiosamente sarebbe caro a molti fra i devoti di S. Valentino.
Dice: Ogni lasciata/o è persa/o.

Buon S. Valentino

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