Genova, il porto, i protagonisti (quelli veri e quelli "inveri")
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- Scritto da Caparbia Mente
- Categoria: a ciassa do paize
"Il Secolo XIX" rende noto che sono cominciati i lavori per l'assetto definitivo di Calata Bettolo in gestione a MSC. I protagonisti annunciano che nel terminal verranno movimentati 800.000 containers/anno ed il Presidente dell'Autorità portuale sostiene che questi lavori «... sono il segnale più forte della robustezza del nostro sistema portuale.».
Affermazione forte e decisa che fa immaginare traguardi di rilevante importanza e trova conforto nella valutazione del Sindaco Bucci: «... siamo nel cammino che ci porta ad avere un porto competitivo nel mondo e il primo porto del Mediterraneo.».
Insomma: il porto di Genova Superba arriverà ad avere un irresistibile appeal per qualsiasi armatore intenda promuovere i suoi (dell'armatore) traffici e la sua (sempre dell'armatore) ricchezza.
Alla cerimonia ha "doverosamente" partecipato anche Søren Toft, CEO di MSC, quindi persona che sa stare al mondo e con forte potere contrattuale. Parlando degli aspetti determinanti le scelte delle grandi compagnie armatoriali ha avuto modo di puntualizzare «... se Genova non seguisse lo sviluppo di MSC, saremmo costretti a portare il nostro business da un'altra parte».
C'è chi ha interpretato questa considerazione come un pacato input ai protagonisti : fate quel che ci serve, altrimenti ce ne andiamo altrove.
Caspita ! Ma allora i sogni di gloria dove andrebbero a finire? Come può fare Genova, la Superba, senza containers???
C'è chi risponderebbe: basta fare come a Ginevra, capitale dell'omonimo Cantone, dove i soldi sanno guadagnarli con i containers però senza averli tra i piedi su vista lago.
En passant (in francese dato che là tal lingua si parla) vi abitano 201.818 persone -dato del 2018- ma pare che nessuno sia preoccupato dell'esigua consistenza numerica della popolazione.
Va be', non ci importa nulla di un prepotente a cui spezzeremo le reni!
Ahi, ahi,ahi.
Per le quote rosa i nostri protagonisti devono vedersela anche con Lucia Morselli (A.D. di Acciaierie d'Italia) che, però, non minaccia di andarsene ma di restare ben piantata a Cornigliano.
Propongo uno spunto di riflessione per chi legge: tra latta (Lucia Morselli) e containers (Toti, Bucci, Signorini) qual'é il maggior male per l'ex Superba Genova ?
Entrambi... per chi è in grado di programmare un futuro prospero per tutti !
BALILLA NON MUORE MAI
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- Scritto da Pier Cristiano Torre
- Categoria: a ciassa do paize
BALILLA NON MUORE MAI
La comunicazione mi è arrivata oggi pomeriggio: Vincenzo Matteucci è morto.
Alla notizia di un amico che se ne va sempre si prova un sentimento di tristezza. In questo caso però la tristezza è compensata da una nota di fiducia. Vincenzo Matteucci nella sua vita di politico e di uomo pubblico ci ha dimostrato che si può andare oltre il possibile.
È stato con questa aspirazione nel cuore verso le sfide controcorrente che, alle elezioni politiche del 1992, Matteucci ha determinato la sconfitta di Guido Carli e Riccardo Garrone, due dei maggiori protagonisti dell’establishment italiano del tempo.
È stato con quella stessa consapevolezza che negli anni successivi Vincenzo ha continuato a cercare un passaggio libero attraverso cui Genova potesse giungere a confrontarsi con la consistenza della Storia.
In tutte queste sue azioni Vincenzo Matteucci rifletteva la forza di una identità che trovava il suo migliore emblema in Balilla, il ragazzo di Portoria il quale a ragione credeva che ad un genovese, in qualunque posto fosse, bastasse poter toccare il suo destino per scardinarlo.
In questa serie di rimandi operanti attraverso una estensione fantastica Vincenzo Matteucci è diventato effettivamente il Balilla.
E come qui a Genova si sa, Balilla non muore mai.
Pier Cristiano Torre
"Ponte Reale"
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- Scritto da Gianfilippo Noceti
- Categoria: a ciassa do paize
Si legge e si sente spesso dire “Ponte Reale” riferito a quella costruzione fatta elevare dai Savoia. No, quello non è "Ponte Reale" e, all'epoca, quella strada si chiamava Via Umberto Primo o giù di lì!
Fortunatamente quel brutto orpello ottocentesco, "che le persone semplici han sempre chiamato appunto con quel nome che non è il suo", non c'è più e la strada oggi si chiama Via Antonio Gramsci, che fu una delle tante vittime del periodo!
Questa bella immagine ci restituisce una Genova novecentesca in "Bianco e Nero" di mare, navi all'ancora, carri, chiatte ed anche auto e ferrovia.
Marina e spiagge non ci sono più come il nostro vero Ponte Reale che oggi è individuabile solo per memoria storica, per i nomi delle vie nei pressi della Ripa e di Palazzo San Giorgio e da quella Fontana che noi chiamiamo Barchî e che da decenni è in Piazza Colombo dopo che per decenni, svolgendo il suo compito di erogatore d’acqua, ha abbellito il "Ponte Reale" - quello vero - dove nel XVI Secolo sbarcò la Regina di Varsavia in visita alla nostra Repubblica di Genova.
Quel "coso" - demolito negli anni settanta per far passare la Sopraelevata anch'essa brutta ma almeno utile a tutti e non solo al monarca - è frutto di quella "umbertintorinizzazione" della Genova Verticale Medievale e fu fatto costruire dalle loro monarchie per raggiungere il porto e la ferrovia "senza confondersi con gli altri Cittadini ".
In pochi conoscono la vera storia di quel passaggio/cavalcavia ed anche gli insegnanti che ce la insegnavano, la "storia", e che non erano di qui, che cosa volete che ne sapessero di quelle cose che quella scuola di pura impronta “cavourinasabauda” si è guardata bene dall'insegnar loro che magari, oltretutto, guardavano con occhi meravigliati quegli orpelli otto-novecenteschi che non avrebbero dovuto nemmeno essere lì, occorrendo vieppiù considerare che per costruirli furono abbattute affascinanti costruzioni parte della storia anche millenaria di Genova, cancellando con esse pezzi del Suo antico e superbo passato.
A Genova non parte bastimento, ...
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- Scritto da Tobia
- Categoria: a ciassa do paize
... se prima a Ginevra qualcuno non è contento !
L'autore della rima baciata è A. Qua. che ha lasciato il segno su Il Secolo XIX di oggi.
Facciamo i complimenti al "misterioso" autore per aver portato all'onore della cronaca cittadina un concetto chiaro e semplice che dovrebbe essere talmente evidente a tutti da non venire nemmeno proposto.
Genova NON deve essere una città portuale ma una città col porto : non è la stessa cosa.
Il versante ginevrino di MSC dimostra che non è necessario essere città portuale per fare soldi -cioè creare ricchezza- di cui beneficia, ovviamente, l'azienda ma anche il territorio in cui l'azienda ha sede.
In termini più chiari: la parte nettamente maggiore dei soldi ruota attorno a siti puliti mentre la "rumenta" (confusione, traffico, inquinamento, occupazione di spazi altrimenti utilizzabili) rimane -tutta- nella città portuale in cui rimangono le briciole.
Inoltre essere città portuale non rientra nella tradizione della Repubblica di Genova perchè la Repubblica traeva ricchezza dai commerci e dalle attività finanziarie.
Come ricordava Andrea Spinola il traffico facente capo al porto era prevalentemente legato alle necesità di complessivo sostentamento del territorio.
L'attuale ruolo della Città e del suo porto è stato "inventato" per le esigenze espansionistiche dei savoia, poi ci si è messo il Fascismo con pretese imperiali tanto è vero che il regnante di allora era definito anche imperatore d'Etiopia. Finito il periodo fascista il nuovo regime democratico ha perpetuato il ruolo ancillare di Genova rispetto alle esigenze padane.
Così ora ci troviamo ad essere una succursale al rimorchio (termine usato non a caso) di MSC e della ricca e prospera Repubblica di Ginevra.
Amministratori, politici, va bene così ?
Intanto c'è chi sostiene (Il Secolo XIX del 24/11/2022) che con la mega diga per mega portacontainers verrà costruito il fututo per i nostri figli ed i figli dei nostri figli .... i cui figli gireranno in bicicletta tra camion e containers.
Ma cosa vogliamo di più dalla vita?
...il nonno racconta la nostra bella "favola"
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- Scritto da Gianfilippo Noceti
- Categoria: a ciassa do paize
In seguito a ciò, gli abitanti di Genua acquistavano la personalità giuridica di “Comunità senza alcun referente intermedio”!
Iniziava da allora un nuovo percorso di "Libertas" che proveniente dal passato ebbe vita per quasi un millennio!
Dopo il Congresso di Vienna, 1814-1815, i Cittadini della Liguria andavano a far parte di un regno retto, fra l'altro, da quei duchi divenuti re che furono i peggiori nemici della Repubblica dovendone poi, obtorto collo - "essendogli stato negato" il diritto al plebiscito -, condividere la sorte fino a quel 23 Aprile 1945!
Dopo appena 130 anni, infatti, durante la Guerra di Liberazione dal Nazi Fascismo e da coloro che lo consentirono, la Resistenza Genovese, dopo il lungo periodo di lotta, diede l'avvio a quell'insurrezione generale che portò alla resa la divisione tedesca, comandata dal Generale Günther Meinhold, che aveva competenza dall'Oltregiogo al Levante Ligure fin proprio a Levanto, anche se, però, Repubblica, Genova, non lo fu mai più. . .