Ogni tanto ho l’occasione di incontrare un amico che lavora all’estero. Quando ci vediamo iniziamo a parlare delle solite cose che riguardano il lavoro e la vita quotidiana. Poiché è un Patriota risulta inevitabile che si discuta anche della Serenissima Repubblica e degli aspetti politici del momento.
Dato il recente governo italiano abbiamo parlato delle “novità” ad esso riconducibili arrivando a ragionare di cittadinanza come ha fatto recentemente il ministro dell’integrazione.
Chiacchierando di cosa ci sembra giusto o sbagliato gli ho illustrato la mia idea.
Il diritto ad abitare o risiedere sulla nostra Terra può essere riconosciuto senza alcuna difficoltà a chiunque lo desideri purché si attenga al seguente semplicissimo principio : louâ e no ronpî o belin.
Sono sicuro che, chiarito questo principio fondamentale, non ci sarebbero più motivi di malinteso o di discriminazione (vera o presunta che sia). Il principio deve avere anche valore retroattivo lasciando a chiunque 3 mesi di tempo per ottemperarlo. Va da sé che a detto principio dovranno attenersi anche i genovesi (perché i Genovesi rientrano già nei parametri) e nel caso non si adeguassero dovranno cercarsi una residenza altrove.
Per diventare Genovesi -vale a dire ottenere la cittadinanza- non vale né lo ius sanguinis per cui la cittadinanza è basata sugli ascendenti, cioè sul sangue, né tantomeno lo ius soli per cui basta nascere in un qualsiasi luogo per avere il diritto di ottenerne la cittadinanza.
Più semplicemente varrà lo ius fidelitatis.
Chiunque, nato qua o nato là, nato su o nato giù, potrà ottenere la cittadinanza, cioè diventare Genovese, se giura Fedeltà alla Serenissima Repubblica.
Appena finito di esporgli la mia idea ho colto l’espressione di chi sta facendo una rapida valutazione e, all’improvviso, mi ha fulminato chiedendomi “Hai pensato a come far rispettare la regola?”.
Non mi ha manco lasciato il tempo di pensare che ha continuato “Hai presente il Vachero e la Colonna Infame? Beh si farà così!”.
Nel 1628 Vachero Giulio Cesare, traditore prezzolato dai savoia, complottò contro la Serenissima Repubblica. Scoperto venne giustiziato.
La casa che la sua famiglia possedeva vicino a via del Campo, dalla parte di Porta dei Vacca, venne rasa al suolo e la Serenissima vi fece erigere la Colonna Infame su cui venne apposta una targa in marmo che in latino recita “A memoria dell'infame Giulio Cesare Vachero, uomo scelleratissimo, il quale avendo cospirato contro la Repubblica, mozzatogli il capo, confiscatigli i beni, banditigli i figli, demolitagli la casa, espiò le pene dovute.”.
Efficace la proposta del mio amico, non vi pare?