Questa è un’italica perla concettuale : obbligo flessibile !
Il gioioso concetto è stato espresso dall’attuale ministro della salute in riferimento alle vaccinazioni.

Mi chiedo come faccia un ministro a concepire una cosa del genere (ma è davvero un concetto oppure è una raffigurazione amebica  che lascia ampio spazio ad interpretazioni personali e a valutazioni ancora più soggettive ed incerte ?).
Pare logico ritenere che un governo sia la guida di uno Stato e debba -pertanto- fornire indicazioni e norme precise, un po’ come l’autista che guida un pullman fermadosi agli stop ed utilizzando gli indicatori di direzione quando si sposta.

Rimarreste su un pullman il cui conducente rispettasse il codice stradale in modo “flessibile”?
Oppure ne scendereste  appena possibile?

L’impressione che "l’obbligo flessibile"  sia un’dea ben radicata  nella ministra è confortata da una sua ulteriore precisazione : « … l’idea di un obbligo flessibile a seconda dei territori è l’idea più sensata».
Sensata ?! Beh, se lo dice un ministro della repubblica italiana …

Essendo un ministro di quella repubblica c’è da ritenere che i territori a cui fa riferimento non siano extra-continentali ma quelli peninsulari quindi con distanze sostanzialmente limitate.
Allora se sarà prevista una flessibilità territoriale cosa potrebbe succedere ad un bambino (dato che la classe di età interessata della diatriba è quella) che abita a Vallo della Lucania se andasse con i genitori in vacanza a Bassano del Grappa.
E, per converso, se una famiglia di Sondrio decidesse di andare al mare a Marina di Caronia?

Già nel 2015 erano state pubblicate alcune considerazioni su rigore assoluto e rigida severità.
Cambiano i governi ma l’italianità resta la stessa, d’altra parte il problema ha origini lontane.

Liguri e Genovesi osservate in che condominio stiamo vivendo.
Cosa ne pensate? Va bene così?