Arge - Associazione Repubblica di Genova
  • Home
  • Cultura
    • Storia e geografia
    • Biblioteca
    • Arte
  • A ciassa do paize
  • Costume e Società
  • Politica
    • O lòu
    • Chi siamo
    • Statuto
      • Simbolo (allegato A)
    • Iscrizione ARGe
    • Contatti
    • Privacy Policy
  1. Sei qui:  
  2. Home

Mezzo secolo di ritardi. Saggi sul crimine organizzato in Liguria

Dettagli
Scritto da la Redazione
Categoria: Biblioteca
Pubblicato: 14 Marzo 2024
Visite: 445

2024 03 14 delinquenza organizzata ndrangheta Liguria dichiarazioni del procuratore della repubblica di Genova TITOLO Il Secolo XIXSopra  il titolo dell'articolo pubblicato oggi su Il Secolo XIX in cui sono riportate le considerazioni del Dr. Nicola Piacente, procuratore capo al Tribunale di Genova.Mezzo secolo di ritardi

"Mezzo secolo di ritardi" è il volume in cui Stefano Padovano analizza l'infiltrazione delle organizzazioni fuorilegge nella Liguria.

È un interessante documento che chiarisce la determinazione operativa di alcuni e l'atteggiamento "non antagonista" di altri.
Sostanzialmente due opposti modi di vivere, di intendere il territorio, di coltivare un'etica, di essere (o rinunciare ad essere) una comunità coesa.

 

188 pagine, 19,00 Euro
Scritto da Stefano Padovano
Edito nel 2016 da Rubbettino Editore srl

0 comments
445 views

2+2 fa 4 ?

Dettagli
Scritto da Pierluigi Patri
Categoria: Politica
Pubblicato: 09 Marzo 2024
Visite: 687

Nella presentazione del programma "Genova 2030", illustrata ieri a Palazzo Tursi dal Sindaco Bucci, è emersa un'idea notevole: la seconda pista per l'aeroporto di Genova.
È l'evidente dimostrazione di un piano davvero strategico che programma per Genova ed il Genovesato un futuro ricco di traffici aeroportuali.

2024 03 08 porto containers aeroporto Bucci illustra il progetto Genova 2030 seconda pista per il Colombo 01 TITOLO Il Secolo XIXDa quel che si legge quei traffici dovrebbero avere un forte incremento per i croceristi che atterrano a Sestri Ponente e devono trasferirsi alla stazione marittima in attesa dell'imbarco sulle navi da crociera.
Pare che in tempi anche recenti quel traffico sia stato causa di qualche difficoltà nello smaltimento agevole dei picchi proprio perchè legati alla periodicità degli accosti delle navi; però potrà essere adeguatamente affrontato con l'ampliamento dell'aerostazione e la conseguente maggiore disponibilità di varchi in entrata ed uscita.
Quindi la seconda pista servirà a favorire maggiori traffici turistici di cui il Sindaco parla con entusiamo.

Entusiasmo eccessivo per una seconda pista?
Quali incrementi vengono auspicati?
Quanti aerei si prevede determineranno un traffico così intenso da richiedere due piste?

Facendo un giretto con earth.google su alcuni aeroporti vicini si può notare che a Linate c'è una sola pista come a Bergamo  mentre a Nizza ed a Pisa ce ne sono due.
Per rendere più completo il paragone col Cristoforo Colombo è utile confrontare il numero di passeggeri transitati.
Assaeroporti fornisce i dati di diversi anni relativi agli aeroporti della penisola italiana in cui potete trovare la tabella per il 2023.
Il confronto dei transiti è significativo : Linate 9.426.784; Bergamo 15.974.451; Pisa 5.109.682; Nizza (ovviamente non inclusa nella tabella di Assaeroporti) 14.080.000.
Genova 1.127.445.

Allora qual'è il razionale sottostante l'idea della seconda pista per il Cristoforo Colombo?
Ne ho parlato con amico che se ne capisce un po' delle cose.
L'ho soprannominato "tàncoa" (scorpione nella parlata Genovese) perchè nell'esporre pacatemente le sue considerazioni spesso conclude il suo equilibrato ragionamento con la "dolorosa" puntura in coda al discorso.

Ti t'aregordi cöse o l'æiva dito o Luigi Merlo* in pitìn de tempo fa? (ti ricordi cosa aveva detto Luigi Merlo un po' di tempo fa?).
Però se a pensar male si fa peccato ma molto spesso c
i si azzecca potrebbe essere che la doppia pista del Cristoforo Colombo finirà per essere utilizzata come ulteriore banchina per piazzarci, che so, altri containers?
Vedremo ..... se 1+1 farà 0.

* Luigi Merlo è stato presidente dell'Autorità portuale di Genova dal 2008 al 2015; ora è Presidente di Federlogistica e direttore dei Rapporti istituzionali per l’Italia del Gruppo MSC.

0 comments
687 views

Lo chauffeur della Bentley

Dettagli
Scritto da Caparbia Mente
Categoria: Politica
Pubblicato: 05 Marzo 2024
Visite: 747

Il sito Shippingitaly del 3 marzo scorso riporta un articolo sul nuovo PRP (Piano Regolatore Portuale) presentato in anteprima all'armatore Gianluigi Aponte (MSC-Mediterranean Shipping Company) dal sindaco e commissario straordinario Bucci Marco presenti i rappresentanti di Regione, Comune, Adsp (Autorità portuale di Genova e Savona), Capitaneria, Aeroporto e Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.

Quanto esposto in quell'occasione "... non era, come si pensava e come sarebbe stato logico dati luogo, la sede dell’Autorità portuale, e ospite, il commissario della medesima Paolo Piacenza, una bozza del lavoro dell’ente portuale. Bensì il piano parallelo, portato avanti nei mesi scorsi da Bucci e dalla sua struttura commissariale.".PRP presentazione a Gianluigi Aponte ampliamento Porto di Pra
Il commissario programma per il Ponente un mega ampliamento del porto di Prà (immagine a destra) che col sottostante più noto piano di ampliamento del bacino di San Pier d'Arena (immagine sottostante) farà di Genova un'amplissima area di servizio per il carico-scarico di containers.

Così la ricchezza prodottaPRP presentazione a Gianluigi Aponte ampliamento Porto di San Pier dArena qua andrà a finire "là" lasciandoci la libertà ed il piacere di goderci il traffico e le briciole lasciate dalle grandi compagnie armatoriali.

Certo, si riempirà la bocca parlando di ulteriori posti di lavoro "dimenticando" che l'Intelligenza Artificiale arriverà a gestire sempre di più le banchine come a Quindao in attesa che i progressi informatici ivi applicati riducano ulteriormente il 20% residuo del personale. I mancinanti non serviranno più e le operazioni di sbarco ed imbarco saranno gestite direttamante da ... Amburgo? ... Ginevra? ... Singapore?

Mentre piangono il decremento demografico e la migrazione di giovani qualificati continuano a tacere sull'utilizzo delle aree ex ILVA per l'insediamento di centri di ricerca ed attività produttive ad altissimo valore aggiunto.
Ma la visione strate2024 03 05 Genova Bucci progetto Genova 2030 ritaglio Il Secolo XIXgica del sindaco commissario Bucci Marco risulta chiara già dal titolo del programma "Genova 2030" quando dichiara che «... è un progetto ambizioso e aperto, che mira a delineare il futuro della nostra città identificando strategie e obiettivi per lo sviluppo sostenibile e la crescita economica».

Sindaco: il 2030 è domani !!!
Una strategia guarda e programma per almeno i 50 anni successivi ed i containers non rappresentano nè uno sviluppo sostenibile nè una crescita economica perchè i soldi vanno a finire altrove !!!bentley Continental

Chiedo scusa. Sono stato proprio sbadato e mi sono dimenticato dello chauffeur.
Sì lo chauffeur guida la Bentley Continental ma il proprietario ha già chiaro nella testa tutto il tragitto da percorrere mentre lui, lo chauffeur, fa solo attenzione alla prima curva.
Una nota conclusiva per lo chauffeur: magari non prima del 2030 ma sicuraramente dopo lei verrà sostituito dall'intelligenza artificiale.
Le consiglio di cercarsi un'attività che richieda più conoscenza. Buona vita caro chauffeur.

0 comments
747 views

Pensioni, lavoro… e Genova

Dettagli
Scritto da Riceviamo e pubblichiamo
Categoria: O lòu
Pubblicato: 10 Febbraio 2024
Visite: 356

Non sembrano esserci più dubbi sul fatto che i giovani che si affacciano oggi al mondo del lavoro dovranno aspettare i loro settanta e più anni per godere della pensione, pensione peraltro molto misera e incapace di garantire un accettabile livello di vita. Tutto questo ha diverse cause: l’aumento dell’aspettativa di vita, il “gelo demografico” che riduce la platea di contribuenti, la sempre minore disponibilità di fondi da destinare alle pensioni “pubbliche”. Un rimedio, sperimentato da sempre nei paesi anglosassoni, dove la pensione pubblica è di mera sussistenza, è creare robusti fondi integrativi aziendali e favorire il ricorso a forme di accumulo di denaro per la vecchiaia a titolo volontario e privato. In Italia tutto questo non avviene perché un Fisco spietato (e miope) taglieggia i rendimenti dei fondi integrativi e scoraggia il ricorso alla previdenza individuale. Ma non è questo il tema centrale.

Il problema più grave è dato dalla lunghezza stessa della vita lavorativa che si prospetta.
Immaginando un giovane che inizi a lavorare a 25 anni, avrà davanti quasi mezzo secolo prima di godere della pensione.
Vediamo ogni giorno cambiamenti negli strumenti e nelle modalità di lavoro.
Vediamo sparire antiche professionalità, soppiantate da automazioni più rapide ed economiche, ne vediamo nascere di nuove, senza sapere quanto respiro temporale avranno a fronte del progresso continuo e in continua accelerazione. In mezzo secolo le persone dovranno affrontare un numero imprecisato di cambiamenti per non venire espulsi dal mondo del lavoro. Delle odierne esisteranno solo alcune professionalità estremamente specializzate o attività artigianali di altissimo livello.
Questo comporterà un immenso sforzo di continua formazione per le persone; per la politica la capacità di immaginare risorse e strumenti per non lasciare nell’indigenza intere fasce di popolazione.

L’alternativa è un futuro fatto di poche persone attive riccamente retribuite e una massa di disoccupati, o sotto occupati, che sopravvivono grazie a sussidi.
Purtroppo il panorama politico odierno non lascia ben sperare rispetto al primo scenario. Spremere i (pochi) contribuenti ed erogare sussidi è più facile e redditizio dal punto di vista elettorale.
Se si guarda alla realtà genovese, la preoccupazione aumenta.

Esistono realtà innovative come l’IIT, ma sembrano slegate dalla realtà cittadina; per il resto, oltre alla cronica difficoltà dei genovesi a fare fronte comune per affrontare i problemi che affliggono la città, non si vede niente di diverso dai soliti poli: porto e acciaio. La crisi di quest’ultimo è pluridecennale, acuita a Genova dal fatto che i laminatoi sono alimentati da rotoli a caldo prodotti a un migliaio di chilometri di distanza, con una immaginabile ricaduta sui costi.
Anche in questo settore non è difficile immaginare la crescita della automazione e una minore richiesta di manodopera.
Per quanto riguarda il porto, l’impatto dell’automazione sulle manovre di carico e scarico dei container sarà sempre maggiore e pochissime persone potranno gestire un sempre crescente numero di navi. Non è da trascurare anche il possibile impatto della situazione geopolitica del Mediterraneo e del Medio Oriente. L’attuale guerra in Palestina, con le sue ricadute sulla navigazione nel Mar Rosso e verso Suez, ha già provocato un forte aumento dei tempi di navigazione e, di conseguenza del costo dei trasporti. Se in tempo di pace, con la rotta del Canale sicura, i porti del Mediterraneo sono utilizzabili per avviare via terra le merci verso il centro-nord Europa, la rotta che circumnaviga l’Africa spinge ad utilizzare direttamente i porti del Nord come Rotterdam. Uno scenario di cui non si riesce a vedere la conclusione e che potrebbe ripetersi in qualsiasi momento.

Resta il turismo, le crociere e il loro indotto, benvenuto per limitare la crisi, ma con la consapevolezza che non sarà mai sufficiente per mantenere in vita una grande città.

0 comments
356 views

Pagina 6 di 16

  • 4
  • 5
  • 6
  • 7
  • 8
gruppo facebook
Franco Bampi
Académia Ligùstica do Brénno
A Compagna
Consulta Ligure
-----------------------------
  • Password dimenticata?
  • Nome utente dimenticato?
  • Registrati