L'incerto Natale dei Genovesi. CARIGE addio?

Genova 12 novembre 2015.
Banca CARIGE.
L'Ufficio Stampa emana un comunicato fatto di 5 righe.
Nelle prime due si informa della decisione di BCE1 del 10 marzo 2015, che inibisce il pagamento dei dividendi di alcuni Titoli, nelle successive tre si chiarisce che la decisione della BCE è conseguente alla “Condizione 5(b)dei Titoli, alla Data di Pagamento Interessi che cade il 4 dicembre 2015 Banca CARIGE non pagherà interessi sui Titoli, e il diritto dei portatori dei Titoli a ricevere tali importi sarà pertanto interamente ed irrevocabilmente cancellato e rinunciato.”. Amen.

Quelli che per i Genovesi erano sempre stati una fonte inesauribile di narrazione poetica e letteraria: il Banco, la moneta, il risparmio, in un colpo solo sono venuti meno.
Naturalmente, secondo lo stilema classico che riunisce le diverse situazioni attualmente codificate a livello locale, nel silenzio generale.
Si dirà che non è la prima volta che Banca CARIGE incappa in un provvedimento dall'alto. Mi pare fosse un anno fa, le cedole di un Titolo erano state rinviate poi tutto era rientrato per il meglio. Questa volta però è diverso. Intanto l'universo che ruotava attorno a CARIGE non è più quello che si conosceva. Azzerato, smembrato, venduto, è un pallido epigone di sé stesso. E poi, c'è il fatto che questa volta il diritto dei portatori dei Titoli è, come scritto, “irrevocabilmente cancellato e rinunciato”. Venendo meno con ciò uno degli elementi base del rapporto fiduciario fra l'Istituzione – in questo caso una Banca – e l'utente, cliente, cittadino che sia: la reciprocità.
A questo punto sorgono dei ragionevoli dubbi sul futuro di Banca CARIGE, che poi è quello dei suoi clienti. Poco importa siano essi correntisti, azionisti, obbligazionisti.
Si riprenderà? Sarà acquistata? Soffrirà ancora? Chi lo sa. Di sicuro c'è una buona notizia. Non fallirà.
Dal 1° gennaio 2016 entra in vigore a tutti gli effetti il famoso “Bail In”. Le banche non potranno più fallire. Come sempre c'è un rovescio della medaglia. In caso di disastro di un Istituto bancario il “Bail In” prevede rispondano prima gli azionisti, poi gli obbligazionisti, infine i correntisti sopra i 100.000 €.
Se ce ne sono, altrimenti?
Protagonista di questa mutazione è la realtà, non solo quella strettamente economica, che ha innescato una mobilità di capitali e di informazioni così intensa da mettere in crisi ogni impalcatura culturale, produttiva e burocratica troppo rigida o anche solo poco reattiva.

Señor caramba! Ô l'aiva lottòu pe mette i dinæ ~a-a banca e poèisene ancon ûn giorno turnâ in zû e fâse a palassinn-a ...
É il leitmotif di: Ma se ghe pensu2 , canzone simbolo di un certo odierno genovesismo, malinconico e passatista, sempre alla ricerca di un rinnovato blasone per sé e per la sua Città, speranzoso che, come una volta, basti genericamente seppellire i soldi in una Banca per invecchiare tranquilli e sereni.
Non è così. Forse non lo è mai stato. Sicuramente oggi non lo è più del tutto. Oggi non si può stare dietro alle correnti di flusso sperando di riuscire a prevedere dove passeranno. Bisogna stargli davanti per incanalarle prima che arrivino al punto di stretta.
Una cosa che gli Antichi Genovesi sapevano fare benissimo. I moderni, sembra, molto di meno.


1 Banca Centrale Europea
2 Brano del 1925, versi e musica di Mario Cappello con la collaborazione di Attilio Margutti per la stesura musicale

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Persone in questa conversazione

  • Ospite (Anna)

    Cinquea anni fa avevo 20.000 € di azioni adesso ne valgono 1.600. Mi hanno consigliato di aspettare che risaliranno. Io ci spero.

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  • Ospite (Lillo)

    E' il peggior titolo della Borsa italiana, dopo due aumenti di capitale che hanno distrutto i piccoli azionisti.

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  • Ospite (Orietta)

    Gente, non so cosa ci sia sotto ma se fossi una correntista non sarei per niente tranquilla. Meglio cambiare banca che rischiare.

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