IL SIPARIO STRAPPATO

L'avevamo detto.
L'avevamo detto in tempi non sospetti, quando tutti ancora credevano o facevano finta di credere per calcolo, interesse o speranzoso opportunismo, che il problema non fosse quello da noi indicato: l'Italia, così com'è, ha un costo enorme.

L'avevamo detto che nel momento in cui l'italico abitante ne avesse preso atto si sarebbe strappato il sipario che copriva la principale questione nazionale, aprendo un percorso dalla portata incalcolabile quale potrebbero essere la fine degli attuali partiti politici e, con la complicità di qualche elemento occasionale, addirittura la fine dell'Italia-Una.

L'avevamo detto e puntualmente si è verificato, come conviene di questi tempi mediatici,in diretta TV.
È successo venerdì 10 gennaio nel corso della trasmissione Virus e si è ripetuto domenica 12 gennaio durante uno degli intermezzi di informazione di SKY 24.

Nel primo caso una signora molto aggraziata e gentile, di professione insegnante ed idealmente legata al PD ed alle sue politiche anche in materia fiscale, lamentava di essere vittima di una palese ingiustizia.
Lavoratrice in trasferta, costretta per questo a vivere in affitto, si era trovata tassata come seconda casa la sua unica proprietà immobiliare. L'imposta complessiva era superiore ad una mensilità del suo stipendio.

Due giorni dopo, un'altra signora, sempre impiegata nel settore del pubblico impiego, denunciava che, per effetto del nuovo sistema fiscale imposto sulle proprietà immobiliari, la sua unica casa non avrebbe più goduto delle vecchie parziali esenzioni, passando dal giorno di una legittima aspirazione alla proprietà privata alla notte di un possesso oggetto dell'ambizione predatoria dello Stato scroccone.

La presa di coscienza delle due Signore è quella che molto prima di loro ha interessato milioni di italiani costretti a svenarsi per sanare i bilanci di Enti con i quali avevano poco o nulla a che fare, per pagare i costi di servizi non richiesti, non utilizzati o contestati perché irrazionalmente erogati. Almeno loro, le due Signore, hanno la soddisfazione, non trascurabile, di restituire con le tasse parte di quelle somme che prima hanno percepito come stipendi.
Eppure si sono sentite tradite, umiliate, ingiustamente vessate da un sistema che credevano idealmente occhiuto (facciamo pagare i veri ricchi ed i finti poveri) ed invece è solo occhiuto.
È questa una svolta, forse decisiva, nel rapporto fiduciario fra le Istituzioni ed i Cittadini. Se anche i dipendenti pubblici scindono il loro rapporto con lo Stato a seconda del momento e del ruolo che, volta, volta, gli tocca di interpretare, ogni sviluppo politico, sociale, istituzionale diventa possibile.

Forse lo vedremo a Genova quando i contribuenti si accorgeranno che la TASI sulle prime case coprirà solo parzialmente il deficit figlio della esasperata ricerca del consenso della maggioranza politica locale, la quale ha speso: 20 milioni di € per riscattare dai privati con AMT i voti degli addetti; ha perso 60 milioni di € nell'esercizio degli ultimi cinque anni e nei prossimi cinque spenderà 80 milioni di € per rinnovare il parco mezzi.
Tutte spese che potevano essere evitate lasciando AMT all'impresa privata che già la gestiva.
Forse lo vedremo in Italia nel 2015 quando l'addizionale TASI sulla prima casa passerà al 6 per mille e quella sulla seconda porterà il totale ben oltre l'attuale 11,5 per mille ed i contribuenti si accorgeranno che parte di quegli introiti andranno all'Amministrazione centrale anziché ai Comuni.
Forse sarà per questo, per lasciare i soldi a quelli che ce li mettono, che oggi 200 Comuni, con amministrazioni di ogni colore ed idea, hanno rivolto istanza di indipendenza ai rispettivi Consigli Regionali.

Forse.
Come si dice: chi vivrà, vedrà.

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