Due göscê de rîe
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- Scritto da Pierluigi Patri
- Categoria: costume e società
... rîe ... se fâ pe dî.
Due göscê per due parole magiche: meizànn-a e palanche (melanzana e soldi).
Premessa.
La qualità di un'organizzazione sociale può essere valutata dai parametri di funzionamento della Comunità.
Parametri che possono sembrare anche banali e di "competenza individuale" come il rispetto degli attraversamenti pedonali, il parcheggio dei veicoli attento alle altre utenze, i mozziconi delle sigarette (ed altra rumenta) gettati negli appositi contenitori e così via.
Ma ci sono anche parametri di "competenza istituzionale" che, peraltro, rispecchiano il comportamento individuale nella Comunità di riferimento.
Già in altre occasioni abbiamo sottolineato (non è un plurale majestatis ma opinione condivisa da tutti i Soci dell'A.R.Ge.) l'importanza dei due pilastri fondamentali per una Comunità : Scuola e Giustizia.
Le due parole magiche si riferiscono alla seconda.
"Il Secolo XIX" del 9 u.s. ha pubblicato un corsivo (non sono sicuro che il termine sia corretto) in cui la riforma del processo penale passa anche per uno strumento atto a "... disboscare la massa dei procedimenti [che] sarà l'archiviazione [del processo] da parte del pm per particolare tenuità del fatto."
Per chiarire il problema viene citato il furto di una melanzana da un campo il cui relativo processo è finito in Cassazione.
Non so a che periodo risalga l'episodio citato; credo,però, che quel caso fosse noto agli addetti ai lavori e- se così fosse- ci voleva una melanzana sul tavolo della Cassazione per far sorgere il sospetto che qualcosa non funzioni adeguatamente nel meccanismo giudiziario?
Com'è che il nodo "melanzanico" è giunto al pettine solo ora? Perchè i legislatori -cioè gli eletti tra cui si annoverano giudici ed avvocati- non hanno provveduto prima? Erano distratti oppure ...?
Da quel che ho letto credo appaia evidente il motivo della frenesia riformatrice: le palanche.
Sì, perchè anche la riforma del processo penale -nell'ambito del dichiarato rimaneggiamento della burocrazia- è un vincolo per ottenere i soldi dall'Europa (che poi non sono i soldi dell'impersonale signora Europa ma quelli dei contribuenti europei quindi anche di chi risiede nella penisola italiana).
Più della melanzana potè il soldo, vale a dire non un mea culpa di chi si è sottratto alla riparazione di un guasto ma un "pecunia mea".
Su quanti riconoscimenti elettorali potranno contare i politicanti utilizzando i soldi del PNRR? Ad occhio su parecchi, moltissimi, visto l'importo dei soldi prestati e di quelli regalati (ma entrambi prelevati ai contribuenti a beneficio anche dei non-contribuenti).
Potremo allora contare su un'epico lavoro di ricostruzione sociale con la realizzazione ex-novo di un pilastro (quello della Giustizia) eretto con tondino di ferro da 30 mm e cemento ad altissima resistenza.
Conclusione.
Si dice che "a pensar male degli altri si fa peccato ma spesso ci si indovina".
Speriamo che il pilastro non venga realizzato col gesso ed armato con tubi di plastica, il tutto con una sottile intonacata di cemento giusto per superare il primo controllo.
Chissà perchè mi è venuto in mente il ponte Morandi?
Italian way of life
A Nòstra Bandêa e o Cànpionato Europeo d'o Balón
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- Scritto da Gianfilippo Noceti
- Categoria: costume e società
vi salutiamo con simpatia dalla Riviera, l’unica Riviera, l’originale, quella di Genova la Superba, capitale del Mediterraneo nell’Evo di mezzo, del mondo in età moderna... e scusate se è poco.
Una "esemplificazione" ci parlerebbe dell'evoluzione dall'Antico alla Compagna Communis Ianuensis per volontà di Popolo (X-XI Secolo); Città Superba per declamazione poetica del Suo tempo (XIV Secolo); Magnifica e Serenissima Repubblica per la Sua storia e nomina imperiale, quand’era di moda (XVI Secolo) ed infine Ligure e Democratica per evoluzione storica fino all’involuzione della “Restaurazione” e del Congresso di Vienna, che la "fece parte" di piccolo neonato regno".
Sebbene la Vostra Grande Isola sia a Nord, noi vi pensiamo guardando a Sud, con lo sguardo al Mare, quello solcato e dominato dalle Navi Genovesi durante quei secoli nei quali le nostre Galee non avevano bisogno di camuffamenti e navigavano con i colori della Repubblica ben impressi sugli scafi: bianco e rosso.
Dear English friends,
We greet you with sympathy from the Riviera, the only Riviera, the original, that of Genoa the Superb, capital of the Mediterranean in the Middle Ages, of the world in the modern age... and that's not a small thing.
An "exemplification" would speak to us of the evolution from the Ancient to the Compagna Communis Ianuensis by the will of the People (X-XI Century); Superb City for poetic declamation of its time (XIV Century); Magnificent and Serenissima Republic for its history and imperial appointment, when it was fashionable! (XVI century) and finally Ligurian and Democratic for historical evolution up to the involution of the "Restoration" and the Congress of Vienna, which “putted part of" a small new-born kingdom ".
Although your Big Island is to the North, we think of you looking to the South, with our gaze on the Sea, the one crossed and dominated by the Genoese Ships during those centuries that did not need camouflage and sailed with the colors of the Republic imprinted on the hulls: white and red.
Those Vessels that already about 900 years ago embarked regular troops of professional stormtroopers, sharpshooters, deadly and feared armigers that only the confused charge of French knights was able to lose in the pitched battle of Crécy carried out under a downpour and its mud.
Crossbowmen who, aboard ships masterfully led by capable admirals including Admiral Jacopo da Levanto, fearless captains and disciplined and courageous sailors, knew how to win the respect and fear of friends and enemies, on the field, battle after battle, skirmish on skirmish.
That respect that Your Sovereign - we did not have, we were a Municipality of rich merchants, notaries, consuls, patricians molded on the waves, ambassadors with rudder in hand - had the clever idea of renting, paying him, the use of the Banner that we, as good merchants, did not disdain to lend you.
Here, when you wave it, think a little about Genoa, the Genoese and all of our Liguria and its "People of Liguria": - look at the sea and love us as we love you.
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Nuestra bandera y el Campeonato de Europa de Foot Ball
Queridos amigos ingleses,
Os saludamos con simpatía desde la Riviera, la única Riviera, la original, la de Génova la Soberbia, capital del Mediterráneo en la Edad Media, del mundo en la Edad Moderna ¡Y eso no es una cosa pequena!
Una "ejemplificación" nos hablaría de la evolución de la Antigua a la Compagna Communis Ianuensis por voluntad del Pueblo (Siglos X-XI); Magnífica ciudad para la declamación poética de su tiempo (siglo XIV); ¡República Magnífica y Serena por su historia y nombramiento imperial, cuando estaba de moda! (Siglo XVI) y finalmente ligur y demócrata por la evolución histórica hasta la involución de la "Restauración" y el Congreso de Viena, que "formaba parte de" un pequeño reino recién nacido ".
Aunque tu Isla Grande está al Norte, pensamos en ti mirando al Sur, con nuestra mirada al Mar, el surcado y dominado por los Barcos Genovés durante esos siglos en los que nuestras Galeras no necesitaban camuflarse y navegaban con los colores. de la República bien impresa en los cascos: blanco y rojo.
Aquellos Buques que ya hace unos 900 años embarcaban tropas regulares de stormtroopers profesionales, francotiradores, mortíferos y temidos armigeros que solo la confusa carga de caballeros franceses pudo perder en la batalla campal de Crécy llevada a cabo bajo un aguacero y su barro.
Ballesteros que, a bordo de barcos dirigidos magistralmente por almirantes capaces, incluido el almirante Jacopo da Levanto, capitanes intrépidos y marineros disciplinados y valientes, supieron ganarse el respeto y el miedo de amigos y enemigos, en el campo, batalla tras batalla, escaramuza tras escaramuza.
Ese respeto que Vuestro Soberano -no lo teníamos, éramos Municipio de ricos comerciantes, notarios, cónsules, patricios moldeados en las olas, embajadores con timón en mano- tuvo la ingeniosa idea de alquilarle, pagarle, el uso de el Estandarte que nosotros, como buenos comerciantes, no desdeñamos prestarte.
Aquí, cuando lo agite, piense un poco en Génova, los genoveses y toda nuestra Liguria y su "Gente de Liguria": - mire el mar y ámenos como nosotros le amamos.
El Duque de Kent, con Su carta manuscrita, quiso recordar con entusiasmo este hecho histórico poco conocido con motivo del 500 aniversario de la empresa de uno de nuestros marinos, compatriota, conciudadano, fiscal de las empresas de generaciones de ligures que se fueron al mar a explorar, a descubrir, a partir del siglo XII, cuando fueron los primeros en abrir una ruta del Mediterráneo a Southampton ”.
Fino agli ultimi confini del Mondo
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- Scritto da Peter Beffroy
- Categoria: costume e società
Tobia Pallavicino, il Vecchio, (1520-1581) era l’uomo più ricco del suo tempo. A Genova nessuno lo conosce bene anche se tutti, almeno una volta, sono stati in casa sua in Strada Nuova: il palazzo oggi sede della Camera di Commercio.
La chiacchiera popolare dice che Tobia, come molti uomini d’affari, avesse l’abitudine di alzarsi molto presto. Lo faceva per lavoro, per entrare in fretta nei negozi, ma anche per un desiderio più personale; gli piaceva veder sorgere l’alba. In verità non sappiamo come si svolgesse quella piccola cerimonia né perché gli piacesse tanto quella particolare atmosfera mattutina; però non è difficile immaginare quest’uomo, all’apice della sua fortuna, ravvisare nel sorgere del nuovo giorno un altro eccezionale momento della sua storia di mercante globalista.
Forse in quel momento Tobia aveva qualcuno accanto a sé, forse no. Però un uomo come lui avrebbe benissimo potuto aver accanto un poeta. Sicuramente per un uomo come lui un poeta ha scritto questi celebri versi:
«Ecco la tua alba o signore del mondo.
Ecco le tue navi solcare i mari.
Ecco i tuoi mercati pullulanti di schiavi.
Ecco il martello che batte sull’incudine attendendo il tuo ritorno.
Ecco la tua alba o signore del mondo»
Ci può essere chi troverà eccessiva questa affermazione totalizzante. Può darsi. Di sicuro non Tobia junior, nipote del Vecchio.
Difatti, qualche tempo dopo la morte dell’Avo, Tobia Jr. scriverà al suo governo per incitarlo a sostenere la sfida della città Superstar del XVII secolo sui mercati globali, evocando in un’unica frase un clima ed un ambiente che non avevano incertezze riguardo al futuro:
e anderà il nostro nome fino agli ultimi confini del mondo.
Arrivando così a superare le barriere della rappresentazione formale per assumere tutto il mondo come luogo di identificazione.
Oggi per trovare un’ispirazione del genere bisogna guardare il sogno americano. Avendo esaurito la Terra e toccato la Luna l’ultimo treno statunitense fa capolinea su Marte.
"Avanzare per sempre migliorare", dice Robert Watson, il poeta di questa generazione di avventurosi attraversatori del Cosmo.
I tempi sono diversi ma l’atmosfera è sempre quella del sorgere dell’alba cara al vecchio Tobia.
Ecco la tua alba ...
Non sia mai detto che la sonda Perseverance avanzando sul terreno marziano trovi poi una qualche traccia del precedente passaggio di una carovana genovese.
La curiosa giustizia italiana...
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- Scritto da Ponzio Pilato
- Categoria: costume e società
"C'è bisogno di pace sulla giustizia...".
Lo scrive nell'articolo "La missione di Cartabia" -pubblicato su Il Secolo di oggi- il prof. Alberto Maria Benedetti, docente di diritto civile all'Università di Genova nonchè componente laico del Consiglio superiore della magistratura.
Dopo un accenno al caso Palamara, con un probabile riferimento al recente libro "IL SISTEMA", prosegue "Tra strumentalizzazioni più o meno esplicite, l'attacco all'autorevolezza e alla reputazione di tutta la magistratura rischia di travolgere quel senso di fiducia che i cittadini devono avere nel potere giudiziario...".
Esortazione incoraggiante.
Ma galeotto fu Nicola Porro con la puntata di "Quarta repubblica" andata in onda ieri sera.
Al tempo 1h:25':23" della trasmissione viene ricordata una vicenda (di cui questo sito si era già occupato per un altro aspetto) accaduta verso la fine di maggio 2013.
Una donna, Kazakistan, il loro paese. Alma Shalabayeva, e sua figlia abitano a Casal Palocco; su richiesta dell'ambasciatore kazako vengono prelevate e con un aereo privato rimandate in
Al di là degli aspetti diplomatici emerge un curioso funzionamento della magistratura (o di una parte di essa) di cui si trova una interpretazione leggendo le pagine 143÷146 del libro sopra citato.
Cioè la guerra - così la definisce il giornalista Piero Sansonetti- tra il Procuratore capo di Perugia Luigi De Ficchy (la procura di Perugia ha la competenza sui magistrati romani) ed il suo omologo romano Giuseppe Pignatone.
In questa storia le "incomprensioni" tra i due sfociano in un processo che porta alla condanna in primo grado di sei dirigenti di Polizia, tra cui Renato Cortese, accusati di aver commesso " Maurizio Improta e un crimine di lesa umanità realizzato mediate deportazione".
Pignatone e Eugenio Albamonte, che hanno firmato il nulla osta all'espulsione, restano fuori dal processo.
Ai miei tempi i processi seguivano altre regole pertanto adesso posso ragionarci come un cittadino qualunque. Allora Le chiedo, egregio professore Benedetti, come immagina venga accolto dai cittadini il Suo autorevole invito ad aver fiducia nell'autorevolezza e reputazione della magistratura ?
Ritiene che la vicenda di cui sopra sia suscettibile di una strumentalizzazione o si "strumentalizza" da sola ?
Sa com'è, per i miei trascorsi posso lavarmene le mani ma chissà se ai Genovesi ed ai Liguri va bene continuare a vivere in un condominio amministrato ... un po' così ?
Fiducioso, come tutti, resto in attesa che l'attuale Guardasigilli imprima un epocale cambio di rotta facendo svanire i costumi di cui Luca Palamara è stato emblema.
ne lascìan adâxo adâxo e . . . non sàiâ stæto pe 'n caxo!
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- Scritto da Gianfilippo Noceti
- Categoria: costume e società
. . . troppo bello per poterci vivere. Anche il Paradiso può fare un po’ di paura. . . Qualcuno suggerisce.
In effetti, visto da qui, bello è ancora bello anche se non è il solo ed anche se non si sa se era così bello, o forse anche sì ed insostituibile, per chi doveva viverci lassù.
Purtuttavia per essere belli lo sono veramente e dispiace però che pian piano se ne perderà addirittura il ricordo che si fa sempre più flebile e che con esso sparirà e per sempre, "l'Ombra del nostro Paesaggio”!
Qui, immortalato in un bella foto trovata in Internet, abbiamo questo antico ed abbandonato piccolo Borgo di Tessaie (. . . un amico di quei posti suggerisce Tassaie) che rimane nell’alto della Val Brevenna. Ma ce ne sono decine di quei luoghi che un tempo erano utili un po’ a tutto e a tutti ma dei quali oggi non restano che macerie abbandonate, che come l'olio portano a galla l’ingombro della memoria perché come già ci diceva Giorgio Caproni. . .
. . . " Sono partiti tutti.
Hanno spento la luce,
chiuso la porta, e tutti
(tutti) se ne sono andati
uno dopo l’altro.
Soli,
sono rimasti gli alberi,
e il ponte, l’acqua
che canta ancora. . . "
E vén da ciànze! E da parte mia
Scì . . . Vèn da ciànze, no l'é vêa?
Scì, scì, e sta cösa a fà pròpio càzze o cheu
A te fà vegnî 'n ménte
Liâtre,
Quélle cæ da génte
de quélli pàixi. . .
Che ciàn cianìn e adâxo adâxo
Ne lascìan
E non sàiâ stæto
pe 'n caxo
Gianfilippo Noceti