Storia di un ingegnere
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- Scritto da Riceviamo e pubblichiamo
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C’era una volta un giovane ingegnere, brillantemente laureato e dottorato.
Un centro di eccellenza lo assume a tempo determinato su un prestigioso progetto all’avanguardia della ricerca tecnologica. Il giovane ingegnere lavora con impegno ed intelligenza, assorbe conoscenze e competenze di altissimo livello.
La politica del personale del centro è basata sul lavoro a progetto e su contratti a termine; non è neppure particolarmente generosa perché si pensa che la città dove ha sede è bella, ha ottimo clima, il mare ecc. e poi in generale il mercato del lavoro dá poche offerte e quindi le retribuzioni possono essere basse.
Torniamo al nostro giovane ingegnere: il suo contratto si avvia alla conclusione, chiede lumi sul futuro, ma la risposta rimanda a progetti non immediati, ad un percorso di carriera lungo e complesso, con elementi aleatori.
Così, come si dice, il ragazzo si guarda attorno, fino in Giappone.
Per le competenze acquisite suscita interesse immediato ed in quattro e quattr’otto sale sull’aereo verso il Sol Levante.
Lá si trova benissimo; lavora, ha risultati e riconoscimenti… sposa una giapponesina ed hanno un bambino.
Al centro di eccellenza nella città col bel clima non hanno dimenticato il giovane brillante ingegnere.
C’è un nuovo progetto, lo contattano e gli fanno un offerta. Lui comunica quanto guadagna ed al centro di eccellenza si strappano i capelli. Lì nemmeno un megadirigente guadagna altrettanto.
Questa storia esemplare non è solo del centro di eccellenza e della città dal bel clima.
Si può replicare decine di volte, tutte quelle in cui l’Italia ha formato giovani di altissimo livello per regalarli alle istituzioni straniere…
Russia e referendum di annessione.
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- Scritto da Alessandro De Stefanis 1826-1849
- Categoria: Politica
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Ci avete fatto caso?
La stampa esprime in modo generalizzato la condanna verso la Russia definendo farsa i referenda ed illegali le annessioni proclamate ieri da Putin.
Mi ha fatto piacere leggere queste condanne e mi ha incoraggiato!
Mi fa fatto piacere perchè il mio pensiero è andato al Congresso di Vienna del 1814-1815 dove è stata arbitrariamente decisa l'occupazione della Repubblica di Genova da parte del regno savoiardo.
Qualcuno potrebbe obiettare che era stato deciso da un consesso internazionale (un po' come l'ONU).
Non è il numero a rendere legale un arbitrio: se in dieci decidono di depredare uno la loro decisione è giusta? Diventa legale perchè sono in 10 contro 1?
I referendum farsa: nella stampa "libera" italiana c'è qualcuno che ha ricordato i referenda (definiti plebisciti) tenuti negli Stati preunitari con percentuali curiosamente bulgare a favore dell'annessione al regno savoiardo ?
Talvolta pare che l'informazione "libera" sia un po' come lo scroto : si può tirarla per il verso che viene meglio.
D'altra parte dire che il re è nudo costituisce sempre eresia ed i giornalisti "tengono famiglia".
Pe Zêna e pe Sàn Zòrzo !
Latta, sempre latta, fortissimamente latta ...
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- Scritto da Caparbia Mente
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...to be tomorrow or to be one century late?
Non è un dilemma dalla drammaticità amletica; per noi la risposta è tanto semplice quanto immediata. Però c'è qualche manager che dimostra una chiarezza di idee pari alla scioltezza nella trattazione dell'argomento.
Un video prodotto da Gedi in collaborazione con Leonardo illustra i materiali del futuro e ci è venuto spontaneo il confronto con la latta.
Altrove è chiaro che "...chi gioca d’anticipo ha un vantaggio competitivo..." mentre a Genova sprechiamo 1.300.000 metri quadrati per una lavorazione obsoleta, di retroguardia, con un contenuto di conoscenza risibile e scarsissimo valore aggiunto.
Se si vuole dare a Genova ed alle aree circostanti un vantaggio competitivo (cioè ricchezza culturale ed economica quindi anche ambientale e sociale) gli Amministratori devono darsi da fare per promuovere l'insediamento di attività di ricerca e produttive ad altissimo contenuto di conoscenza perché congrue con l'orografia della nostra Terra in cui gli spazi sono modesti ed ottenuti con fatica in un continuo lavoro sulla natura.
Quindi non possiamo sprecarli e vanno valorizzati al massimo facendo leva anche sul clima e la bellezza del territorio.
Chi punta ad ingessare la situazione -per miopia, per interesse clientelare, per mantenere le proprie posizioni di rendita- impedisce il miglioramento complessivo e deve essere additato come responsabile dell'impoverimento generalizzato che porta solamente degrado soprattutto per le generazioni più giovani.
Genovesi, non fatevi mangiare il belino dalle mosche bianche !
Fatevi sentire, se non per voi fatelo per i vostri figli e nipoti !
Perché i nostri giovani non siano costretti ad andarsene per poter lavorare, per sviluppare le proprie attitudini, per poter raggiungere le mete cui ambiscono !
Fucilate gli Ammiragli
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- Scritto da la Redazione
- Categoria: Biblioteca
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Conoscere gli antecedenti storici serve a capire i motivi per cui, oggi, le cose vanno in un certo modo.
Conoscere consente l'analisi; è una procedura valida per moltissimi, se non tutti, gli aspetti relativi al funzionamento di una comunità o l'insieme di più comunità.
Nella sostanza la conoscenza consente di elaborare post-concetti. Cioè : constatato il riproporsi di certi meccanismi è lecito elaborarne deduzioni che se non hanno una precisione matematica riescono, però, a raggiungere una significativa probabilità di fornire indicazioni congrue.
Questo libro serve a capire come -a quel tempo- ha funzionato il sistema Italia ed importa relativamente che allora ci fosse una dittatura il cui scopo, con una retorica ben distante dalla realtà delle cose, era mostrare efficienza ed efficacia di un sistema organizzativo, operativo e decisionale che alla prova dei fatti si dimostrò un colossale e tragico fallimento.
Nelle prime pagine il libro tratta episodi e vicente avvenute nel Mar Egeo relative alle conseguenze della resa dell'8 settembre 1943 e ne motivano il titolo : la fucilazione degli ammiragli Inigo Campioni e Luigi Mascerpa avvenuta a Parma il 24 maggio 1944 per sentenza emessa dal Tribunale speciale di quella città.
Come da sottotitolo l'Autore illustra ed analizza un corposo e particolare aspetto che ha contribuito a determinare le vicende europee della 2° Guerra Mondiale: la regia Marina.
Invidie, rivalità, timori, scarso coordinamento interforze, penuria di combustibile ma abbondanza di ammiragli ne costituivano "l'armamento".
Pertanto non stupiscono i "brillanti" risultati conseguiti nei primi nove mesi di guerra:
● 9 luglio 1940, Punta Stilo : la regia Marina pur essendo in condizioni estremamente favorevoli mancò di conseguire risultati decisivi nei confronti della Royal Navy.
● 11-12 novembre 1940, porto di Taranto : nella notte gli aerei inglesi della Royal Air Force attaccarono la flotta della Regia Marina italiana ormeggiata in porto riuscento ad infliggere importanti danni.
● 9 febbraio 1941, Genova : la Royal Navy bombardò indisturbata la Città, in mezz'ora vennero sparati 1401 proiettili di cui 273 da 382 millimetri. Terminata l'operazione le navi inglesi indisturbate rientrarono a Gibilterra.
● 28-29 marzo 1941, Capo Matapan : nello scontro tra regia Marina e Royal Navy i britannici conseguirono una netta vittoria infliggendo gravi perdite al nemico. Lo scontro evidenziò l'inadeguatezza della navi italiane nei combattimenti notturni.
Le ardite imprese di pochi uomini coraggiosi e determinati non hanno potuto, ovviamente, compensare le profonde carenze generali nè incidere sulla mentalità della casta militare e politica.
Pagine 368
Il volume recensito, stampato nel maggio 1990, ha il N° 1447
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