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Terremotata italia

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Scritto da Stefano S.
Categoria: Costume e Società
Pubblicato: 27 Agosto 2016

In questi giorni le trasmissioni televisive giornalistiche si sono  impegnate in numerosi dibattiti a cui hanno partecipato esperti di vario genere : geologi, ingegneri, architetti ed i soliti espertissimi opinionisti che hanno qualcosa da dire in ogni occasione.
Per l’ennesima volta nei dibattiti post terremoto è stato citato l’esempio delle normative antisismiche relative a costruzioni e ad opere di varia natura realizzate in Giappone, notoriamente soggetto a periodici terremoti. In puntuale accoppiata sono state illustrate e discusse le norme vigenti nella penisola italiana.

Da quello che ho capito mi è parso di intendere due problemi a proposito dell’italica normativa : indirizzi e norme non unanimemente condivise ed un “lassismo” nella loro applicazione.
Refrain già sentito in occasione dei terremoti in Emilia (2012) e L'Aquila (2009) tanto per citare gli ultimi per rilevanza.
Pare proprio che nonostante i ripetuti eventi tellurici l’esperienza sia servita a poco grazie anche all’italica fantasia che consente interpretazioni utili al risparmio economico immediato e  dà adito a controlli “elastici”.

Forse su tutto aleggia lo scarso senso civico peninsulare che fa percepire (in modo immotivato?) le normative emesse dalle autorità come aleatorie, intrusive, inutili  e principalmente finalizzate all’aumento delle spese.
Aggiungendo alle speculazioni della ricostruzione  le condanne per illeciti,  “ruberie”  ed intrallazzi lo scetticismo degli italiani può trovare una parziale giustificazione.

Ma solo parziale?

Eventi come il crollo dell’edificio scolastico di Amatrice rafforzano la perplessità sull’autorevolezza delle autorità. In occasione dell’inaugurazione di quella struttura nel settembre del 2012 il sindaco di allora  dichiarò «ogni adeguamento alla vulnerabilità sismica».
Qualcuno aveva “imbrogliato” le carte o questo terremoto è stato tremendamente violento?
Forse è stata solo sfortuna?

Per quanto riguarda la Terra in cui vogliamo vivere dovranno esserci  regole appropriate e rispettate . Chi mancherà al loro rispetto pagherà puntualmente in relazione al danno favorito e/o provocato, senza alcuno sconto in modo che  all’eventuale  ripetersi di un evento i protagonisti di illeciti ed irregolarità non potranno più essere tali .

16/12/2016. Aggiungo il sottostante link ad un articolo che ritengo interessante
http://noisefromamerika.org/articolo/terremoto-ricostruzione-populismo

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Scemo chi lavora

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Scritto da 4 mani
Categoria: Costume e Società
Pubblicato: 09 Agosto 2016

Guadagnare lavorando è dannoso e punitivo, lo si evince dalla semplice constatazione della progressività nelle aliquote delle tasse.
Ma per fortuna -si fa per dire- il curioso articolo (il 53) della Costituzione della repubblica italiana si limita a danneggiare il morale e limitare la libertà di iniziativa; ma  solo un po' giacché siamo abituati a veder negato il principio del beneficio proporzionalmente alla capacità contributiva conseguenza di una strana valutazione del rapporto fra  necessities e superfluities.
Ma c’è di peggio per chi lavora.

La cronaca recente ha riportato la notizia che l’italico stato non ha riconosciuto alcun risarcimento ai familiari di un 27enne ucciso da un ubriaco che gli ha tagliato la gola.
Motivo : quello “sciocco” operaio aveva un reddito da 13.500 euro che eccede gli 11.500 euro posti da questo stato come limite ai risarcimenti.

Allora vediamo un po’ le caratteristiche funzionali di quello stato :
- a parità qualitativa e quantitativa di servizi erogati agli abitanti pretende contributi di diversa entità, vale a dire che fa pagare importi anche molto diversi per servizi (scadenti) identici
- recepisce con 12 ( dodici ! ) anni di ritardo la direttiva europea del 2004 che ha imposto agli Stati membri di risarcire le vittime di reati violenti
- tratta le vittime ed i loro familiari con un criterio discriminatorio (ma poiché si tratta di soldi e non di religione, razza, genere il “razzismo” va bene)
- non rispetta le leggi che si è dato visto che l’omicida non doveva trovarsi nella penisola in quanto privo di regolare permesso di soggiorno
- non fa rispettare le leggi che si è dato visto che l’omicida doveva già essere in galera per un totale di 6 anni e 8 mesi accumulati per reati che spaziano dall’aggressione alla rapina a mano armata.

Bella e giusta l’italia, non vi pare?
Ne siete contenti?
Siete orgogliosi di essere ita(g)liani?
Sarà... ma chissà se anche a voi capiterà di finire ammazzati e mazziati?

Nel caso, bravi ... ve lo meritate.

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Lettera aperta all'Associazione

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Scritto da A. Riccio
Categoria: Costume e Società
Pubblicato: 09 Luglio 2016

Non so con chi sfogarmi , ho visto il vostro sito e da ex Ligure vi scrivo. Se vi pare pubblicate altrimenti grazie lo stesso per il tempo dedicatomi.

Ho la sensazione di aver sbagliato tutto.

Seguendo l'educazione ricevuta ed una certa tradizione “locale”, ho sempre messo al primo punto il lavoro, un certo senso di responsabilità verso gli altri e la stabilità economica.

Con questo intendo semplicemente mettere l'accento su un modo di vita che alle facili soddisfazioni personali, all'effimero, al comodo, al provvisorio, anteponeva i bisogni della famiglia, le scelte importanti, l'impegno, i progetti a lungo termine. Così mi son comprato una casa, ho fatto studiare i figli, ho risparmiato per la vecchiaia.
Con ciò non mi sono mai privato né ho chiesto ai miei famigliari di privarsi, solo mi sono dato dei limiti, ci siamo dati dei limiti, rimandando ad un domani possibile quel di più che, consumato nell'oggi, avrebbe probabilmente ipotecato il nostro futuro.

Ero convinto che questa scelta di moderata prudenza mi avrebbe ripagato, invece mi sono ritrovato con la casa deprezzata dalle politiche fiscali, i figli dall'incerto futuro, i risparmi azzerati dall'illecito comportamento degli alti dirigenti della Banca dove avevo il conto, la pensione rimandata.

Alla fine devo ammettere che avevano visto giusto quei colleghi che anziché risparmiare per comprarsi la casa si spendevano tutto per fare le ferie, a loro, almeno, quelle settimane di serenità non le toglierà più nessuno. Così come più attenti di me sono stati quelli che per non avere responsabilità ,anziché fare la fila per pagare le bollette e le tasse, lavoravano in nero, mettevano i soldi in banca e rigettavano tariffe, affitti ed imposte al mittente. Oltre a non pagare, ottenevano pure il pubblico rispetto in quanto: “più deboli”.

Questa, in breve, è la mia storia. Una storia vissuta cercando un equilibrio con sé stesso e con gli altri e finita in un disastro, per limitare il quale ho venduto (direi, svenduto) la mia casa, quella ereditata dai miei e ricomprata con la successione, messo insieme quel poco che mi era rimasto e me ne sono andato in Irlanda.

È il mio secondo mese in Irlanda e talvolta ho l'impressione che siano passati anni. Ogni tanto mi attanaglia la nostalgia per il sole, tuttavia mi sento in un Paese decisamente accogliente dove si può respirare il fermento di qualcosa di buono che potrebbe accadere da un momento all'altro.
Ho anche trovato un lavoretto con il quale aspettare la mia pensione. E' abbastanza facile fare amicizia, mi stupisce vedere giovani che discorrono serenamente con uomini e donne di una certa età, sorrisi e cordialità non mancano anche se tutto è ammantato da una certa superficialità.

L'altro giorno ho scoperto la campagna irlandese. Un meraviglioso spettacolo naturale, sole splendente, solo l'aria un po' fresca. Verde immenso, personaggi favolosi, immancabili pub.

Ho avuto l'impressione di vivere in un quadro.
Forse sono condizionato dalla mie esperienze passate, ma la realtà non è distante da questa visione.

Buona fortuna.

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Paese che vai…

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Scritto da B. Casero
Categoria: Costume e Società
Pubblicato: 06 Maggio 2016

Erano anni che non tornavo a Frejus, una cittadina del sud della Francia, famosa per le sue vestigia romane e per le spiagge.
L'ho fatto qualche tempo fa e francamente l'ho trovata assai gradevole ed animata, con i reperti romani pienamente inseriti nella vita reale della città, il lungomare perfettamente allestito per ricevere diportisti e bagnanti. Certo qua e là sulle banchine, con i cartelli vendesi appesi a yacht imponenti, qualche segno che la crisi economica è passata anche sulla Costa Azzurra si nota, tuttavia l'impressione che il turista ne riceve è quella di un posto molto ben curato.

Però non sembrava essere molto d'accordo con me la signora della panetteria.
A suo dire il centro storico di Frejus sta uscendo solo adesso, con la nuova amministrazione comunale, da un lungo periodo di abbandono.
Fino a qualche tempo fa l'area monumentale era trascurata e gli spazi commerciali del centro città erano insicuri, occupati da gruppi di islamici che vi praticavano i loro riti religiosi e le loro manifestazioni pubbliche e private senza regolamentazione alcuna, con conseguente degrado dell'area ad un bazar rischioso, trasandato e sciatto, evitato dai turisti.

La signora mi ha spiegato che vicino a Frejus si trova un quartiere abitato in prevalenza da nordafricani con tutte le caratteristiche tristemente note delle banlieue. Abbandono scolastico, disoccupazione, fondamentalismo religioso, delinquenza diffusa. Sempre secondo il suo racconto, pare che questo quartiere fosse quasi uno spazio extraterritoriale di fronte al quale l'amministrazione comunale, forse per quieto vivere, faceva come il famoso testimone reticente: non c'ero e se c'ero dormivo.

Con il nuovo sindaco si direbbe che le cose siano di colpo cambiate.
Sembra che un giorno la polizia abbia circondato il quartiere e, per dirla con le parole della signora: “Scellé tous les trous, forcé les garages et les pièces fermé. Tous les véhicules sans documents on été confisqués et à present ont été detruits”.

Se fosse, è proprio vero il vecchio adagio: Paese che vai ....

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Coerenza

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Scritto da Massimo Scissore
Categoria: Costume e Società
Pubblicato: 15 Aprile 2016

Prato, Foffo ed il morto (Varani) .

Delitto Rosboch: tra Defilippi e Obert urla e insulti davanti al procuratore .

Puglia, metalli e tossine in pasta e merendine per bambini, sequestrati 10mila quintali .

Nell’organizzazione sociale che intendiamo realizzare quale posto avrebbero i protagonisti di queste tre vicende?

In due passano una serata ammazzando un terzo, e poi spuntano le giustificazioni più disparate sostenute anche dal padre di uno dei tre.
Due individui coinvolti nell’assassinio di una donna,raggirata per una debolezza sentimentale,  si scagliano l’uno contro l’altro per addossarsi la responsabilità dell’omicidio.
Utilizzare materie prime con inquinanti per preparare alimenti destinati ai bambini significa avvelenare il futuro.

Come dovrebbero essere trattati?
Nell’organizzazione civile che ci prefiggiamo non ci sarà molta scelta. Il loro futuro sarà stretto e coerente col comportamento tenuto.

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  1. Fiorentine alla genovese
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Franco Bampi
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