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Qui una raccolta di articoli sul mondo del lavoro nella nostra Terra.

 

Genova : i giovani cercano aiuto. Possono trovarlo !

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Scritto da Peter Beffroy
Categoria: O lòu
Pubblicato: 27 Gennaio 2023

L’estate scorsa, al Festival dell’Economia di Trento, Genova veniva presentata come al quintultimo posto nella classifica della “Qualità della vita per i giovani”. Una proiezione negativa rispetto al 2021 quando, nella stessa classifica, era in 88ª posizione. Ma nel giugno scorso la questione era più intricata dato che peggio di Genova figurava solo Taranto.
Guarda caso l’altra città contrassegnata esponenzialmente dall’insistenza dell’industria siderurgica.

A questo dato si sommano due elementi.

Il PUMS 1 di Genova, in fatto di previsioni demografiche, nei prossimi venti anni stima una perdita di 100.000 abitanti nella regione ed un invecchiamento generale che porterà ad avere meno del 30% della popolazione inferiore a 35 anni mentre gli over 65 saliranno di 50.000 unità rispetto ad oggi
In Europa solo le Asturie faranno peggio.

Inoltre se si prende il parametro Smart, relativo ai progetti ed all’applicazione dell’innovazione, Genova è spesso fra le prime città quando si tratta di parlare della lingua degli smartness per poi regolarmente collocarsi agli ultimi posti quando si tratta di verificare le iniziative attuate. Al pari di Napoli, appena sopra Palermo, Bari e Reggio Calabria. Sarebbe bello poter dire che si è in compagnia del Sud che vince ma, all’opposto, questo dato purtroppo ancora si legge come il Sud che perde.
In cima alla classifica ci sono Torino, Bologna, Milano e poi Roma, Firenze e Venezia seguite da altri centri più abili del capoluogo ligure.2

Messa in questi termini la storia fra i giovani e Genova sembra chiusa per sempre, eppure non è così.
Non fraintendiamo. La Città non è in grado - per l’insipienza del suo gruppo dirigente, monopolista, conservatore e pure poco attento al mondo circostante - di risolvere la querelle ma i giovani possono risolversela da soli. Basta che facciano ciò che le politiche europee gli consentono ed adoperino gli strumenti che le stesse gli mettono a disposizione.
Da più parti si sente dire che i giovani sono lasciati soli, che non ci sono sufficienti risorse a loro disposizione, che non avranno una pensione di anzianità, insomma che dovranno accontentarsi di quel poco che passa il convento.
Non è vero. Mai come nel momento a noi contemporaneo ci sono state tante risorse economiche a disposizione di chi ha meno di 35 anni. Quelli che dicono il contrario lo affermano o per ignoranza o per interesse di categoria.
È chiaro che se le risorse vanno ai giovani queste non saranno più disponibili per sostenere le politiche dello spreco pubblico, delle grandi opere mai finite, degli incroci fra economia e politica.
Ma i fondi ci sono. Allora i giovani devono chiederli e fare i passi necessari per ottenerli.
Non troveranno corrispondenza negli Enti pubblici, i quali già perdono i finanziamenti loro spettanti e quindi come potrebbero essere in grado di occuparsi di quelli altrui? Non la troveranno neppure nelle associazioni di categoria organizzate secondo criteri ormai polverosi.
Dovranno fare da soli. Cercando aiuto laddove questo è possibile compiendo le quattro azioni che la loro età e la loro energia consentono: ricercare, monitorare, analizzare e produrre contenuti.

Il resto verrà da solo.

 

1 Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile.
2 Fonte, Progetto GAP, Governance Analysis Project, Distribuzione iniziative Smart fra le principali città italiane.

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Sconfitta ex aequo

Dettagli
Scritto da Caparbia Mente
Categoria: O lòu
Pubblicato: 27 Gennaio 2023

Da giorni si susseguono articoli sull'utilizzo delle aree ex-ILVA di Cornigliano.

Stanno affrontandosi due fazzioni* : gli ammistratori locali (Toti, Presidente della Regione, e Bucci, Sindaco di Genova) ; i sindacati (in particolare Maurizio Calà, Segretario generale della Cgil Liguria).

I primi, constatato il sottoutilizzo degli spazi -1.300.000 m2- che l'accordo di porogramma del 1999 e successive modifiche ha dato in concessione alle acciaierie, sostengono la necessità di un diverso utilizzo di almeno una parte di quelle preziose aree : BENE, PROPOSTA OTTTIMA.
Gli stessi ne propongono l'uso per la logistica (containers) e per realizzare un grande parcheggio attrezzato per i TIR : MALE, IDEA DISASTROSA.

I secondi sostengono che logistica e turismo non portano adeguata ricchezza per il territorio : BENE, CONSIDERAZIONE OTTIMA.
Per evitare di perdere ricchezza vogliono mantenere la produzione di latta: MALE, IDEA DISASTROSA.

Per coloro che, come me, non frequentano i tortuosi meandri dei palazzi è impossibibile sapere quali decisioni verranno prese sulla questione.
Che prevalga la proposta dei primi o dei secondi si tratterebbe di una sonora sconfitta ex aequo con deprimenti ripercussioni sulla Città, sui suoi giovani che non potranno sperare in un futuro di soddisfazioni professionali ed economiche, sul teritorio circostante che sarà privato di un miglioramento sociale ed ambientale.

Posso capire l'atteggiamento dei sindacati -anche se non lo condivido- perchè hanno la funzione di badare più al presente dei problemi che non alla programmazione del futuro di una comunità.
Invece mi è "difficile" comprendere il percorso decisionale degli amministratori che per l'interesse complessivo dell Città e del territorio circostante dovrebbero tenere in non cale le chiacchierate conviviali e progettare il futuro delle aree amministrate traguardando ad almeno 25-30 anni che, però, non deve limitarsi al porto su cui si punta troppo dimenticando che -Terzo Valico o meno- non potrà mai competere coi numeri realizzati dai porti del nord Europa.
Se si vuole rendere ricca Genova, il suo territorio ed i suoi giovani (compresi i figli dei dipendenti ex-ILVA) gli amministratori ed i sindacati devono puntare su ricerca, conoscenza e relative produzioni ricche di valore aggiunto. Devevono puntare alla massimizzazione dell'utilizzo delle poche aree di pregio.

* le fazzioni erano la struttura organizzativa dell'attività politica nell'antica Genova; le fazzioni sono paragonabili agli attuali gruppi di interesse, altrimenti definiti lobbies.

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Fabbrica spaziale e .... binocoli

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Scritto da Jules Gabriel Verne
Categoria: O lòu
Pubblicato: 08 Dicembre 2022

Non sono stupito e, lo confesso, avrei voluto scriverci un libro perché il progetto è molto interessante e fa toccare il futuro.
L'idea mi era già chiara nel 1865 e vedo con piacere che si sta arrivando a qualcosa di pratico.
Esprimo le mie felicitazioni a coloro che lavorano in Thales Alenia Space e Space Cargo Unlimited.

Per contro provo per i genovesi un sentimento di pietas carico di pena.
Già perché a poco più di 100 Km (in linea d'aria, visto l'argomento spaziale) pianificano il futuro prossimo mentre in quel povero (d'idee) luogo insistono, persistono e perseverano con latta e containers quasi fossero neandertaliani imbrigliati dalla glaciazione intellettuale o nipotini di Ötzi .

Ma il riscatto genovese potrebbe essere dietro l'angolo?
Certo, è possibile che l'occasione sia vicina: la vedo... col binocolo.

Il Sindaco Bucci ha orgogliosamente dichiarato che ci sono già quattro aziende interessate ad insediarsi sul 1.300.000 metri quadrati dell'ex-ILVA.
Le vedo già, col binocolo, le quattro aziende con produzioni ad elevatissimo contenuto di sapere. Tra quei 400 posti quanti saranno i chimici, i fisici, gli esperti di computing quantistico, gli abili tornitori e fresatori capaci di produrre pezzi singoli necessari ai prototipi ?
Immagino già sale per meeting e riunioni, confortevoli biblioteche, spazi dedicati agli studenti per farli familiarizzare con le nuovissime tecnologie.
Ecco la rinascita culturale ed economica, ecco l'incremento demografico perché i giovani Genovesi non emigreranno ed, anzi, giovani di altri luoghi vorranno fermarsi a Genova.
Altro che containers o fabbriche di articoli da utilizzare in cucina.

Intanto ho deciso di avviare un'attività commerciale: vendere binocoli.

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Storia di un ingegnere

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Scritto da Riceviamo e pubblichiamo
Categoria: O lòu
Pubblicato: 19 Ottobre 2022

C’era una volta un giovane ingegnere, brillantemente laureato e dottorato.
Un centro di eccellenza lo assume a tempo determinato su un prestigioso progetto all’avanguardia della ricerca tecnologica. Il giovane ingegnere lavora con impegno ed intelligenza, assorbe conoscenze e competenze di altissimo livello.
La politica del personale del centro è basata sul lavoro a progetto e su contratti a termine; non è neppure particolarmente generosa perché si pensa che la città dove ha sede è bella, ha ottimo clima, il mare ecc. e poi in generale il mercato del lavoro dá poche offerte e quindi le retribuzioni possono essere basse.
Torniamo al nostro giovane ingegnere: il suo contratto si avvia alla conclusione, chiede lumi sul futuro, ma la risposta rimanda a progetti non immediati, ad un percorso di carriera lungo e complesso, con elementi aleatori.
Così, come si dice, il ragazzo si guarda attorno, fino in Giappone.
Per le competenze acquisite suscita interesse immediato ed in quattro e quattr’otto sale sull’aereo verso il Sol Levante.
Lá si trova benissimo; lavora, ha risultati e riconoscimenti… sposa una giapponesina ed hanno un bambino.

Al centro di eccellenza nella città col bel clima non hanno dimenticato il giovane brillante ingegnere.
C’è un nuovo progetto, lo contattano e gli fanno un offerta. Lui comunica quanto guadagna ed al centro di eccellenza si strappano i capelli. Lì nemmeno un megadirigente guadagna altrettanto.

Questa storia esemplare non è solo del centro di eccellenza e della città dal bel clima.
Si può replicare decine di volte, tutte quelle in cui l’Italia ha formato giovani di altissimo livello per regalarli alle istituzioni straniere…

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Latta, sempre latta, fortissimamente latta ...

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Scritto da Caparbia Mente
Categoria: O lòu
Pubblicato: 26 Settembre 2022

...to be tomorrow or to be one century late?

Non è un dilemma dalla drammaticità amletica; per noi la risposta è tanto semplice quanto immediata. Però c'è qualche manager che dimostra una chiarezza di idee pari alla scioltezza nella trattazione dell'argomento.

Un video prodotto da Gedi in collaborazione con Leonardo illustra i materiali del futuro e ci è venuto spontaneo il confronto con la latta.

Altrove è chiaro che "...chi gioca d’anticipo ha un vantaggio competitivo..." mentre a Genova sprechiamo 1.300.000 metri quadrati per una lavorazione obsoleta, di retroguardia, con un contenuto di conoscenza risibile e scarsissimo valore aggiunto.

Se si vuole dare a Genova ed alle aree circostanti un vantaggio competitivo (cioè ricchezza culturale ed economica quindi anche ambientale e sociale) gli Amministratori devono darsi da fare per promuovere l'insediamento di attività di ricerca e produttive ad altissimo contenuto di conoscenza perché congrue con l'orografia della nostra Terra in cui gli spazi sono modesti ed ottenuti con fatica in un continuo lavoro sulla natura.
Quindi non possiamo sprecarli e vanno valorizzati al massimo facendo leva anche sul clima e la bellezza del territorio.

Chi punta ad ingessare la situazione -per miopia, per interesse clientelare, per mantenere le proprie posizioni di rendita- impedisce il miglioramento complessivo e deve essere additato come responsabile dell'impoverimento generalizzato che porta solamente degrado soprattutto per le generazioni più giovani.

Genovesi, non fatevi mangiare il belino dalle mosche bianche !
Fatevi sentire, se non per voi fatelo per i vostri figli e nipoti !
Perché i nostri giovani non siano costretti ad andarsene per poter lavorare, per sviluppare le proprie attitudini, per poter raggiungere le mete cui ambiscono !

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  1. Noi partigiane di Cornigliano
  2. “Tracce per il futuro di Genova”
  3. Calo demografico
  4. Area ex-ILVA e ipotesi di riutilizzo. Una nota della CGIL

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Franco Bampi
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