Qui una raccolta di articoli sul mondo del lavoro nella nostra Terra.
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- Scritto da Pierluigi Patri
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È il titolo di un evento realizzato dalla Fondazione Garrone.
Nel relativo articolo pubblicato sul "Il Secolo XIX" di ieri sono stati esposti i nodi ed i punti di forza di Genova:
I problemi sono chiari e concatenati l'uno con l'altro come chiare e concatenate sono le direttrici che consentono di porre rimedio ai problemi non solo neutralizzandoli ma, partendo proprio da quelli, pianificando il futuro, ricco per tutti.
Ci fa piacere che la Fondazione abbia lanciato il sasso su questioni che l'Associazione Repubblica di Genova dibatte da due anni almeno.
"limitatezza spaziale", "perdita della presenza industriale", "invecchiamento della popolazione", "condizioni ambientali, geografiche e climatiche", "concentrazioni di saperi" sono argomenti critici e determinanti su cui impostare (e realizzare) un nuovo sviluppo dalla Città e dei Territori che insistono su di Essa.
Ne abbiamo scritto in diversi articoli pubblicati su questo sito (1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9) evidenziandone anche un concatenamento logico.
Le nostre forze non sono tali da consentirci un grande impatto mediatico come, invece, è possibile alla Fondazione Garrone pertanto ci rallegriamo di questa iniziativa che deve dare una sveglia .
Continueremo a puntualizzare che la ricchezza di cui parliamo non sarà eslusivamente economica ma, per i presupposti già pubblicati, necessariamente complessiva : culturale, sociale, economica, ambientale.
Cioè atta a realizzare un ambiente civico in grado di confrontarsi con quello di Stati e di Comunità che vengono ripetutamente presi ad esempio.
A noi pare scontato che in un ambiente sociale ricco funzioneranno bene anche le cose apparentemente più banali: strade pulite, verde tenuto come fosse un giardino privato, servizi per il cittadino puntuali ed efficienti.
Alcuni dei nodi segnalati ("obsolescenza infrastrutturali" ed il conseguente "isolamento geografico") sono addebitabili solo parzialmente alle Amministrazioni -presenti e passate- del nostro Territorio ma la "limitatezza spaziale" e la "frammentazione fra quartieri" sono punti su cui hanno giurisdizione e, pertanto, devono intervenire per raggiungere il miglioramento civico.
Proprio la "limitatezza spaziale" dovuta all'orografia della nostra Terra impone scelte culturali e produttive che consentano di utilizzare al meglio le nostre aree; attività culturali che si concretizzino in centri di ricerca e le conseguenti attività produttive ad altissimo valore aggiunto rappresentano lo strumento ideale per dare dignità ai quartieri in progressivo degrado.
Condizioni civiche ideali sono l'antidoto al calo demografico; ricerca e cultura -indicate nei punti di forza- sono l'alternativa di qualità alla perdita di presenza industriale di bassa qualità.
Abbiamo ben presente le difficoltà imposte dall'apparato politico e burocratico centrale -su cui si modula quello periferico- che pare organizzato apposta per ostacolare (impedire?) interventi su servizi fondamentali come la scuola per cui viene preferito un sistema atto ad appiattire gli slanci degli studenti piuttosto che ad incentivarne le propensioni. Ma le amministrazioni locali devono -per quanto reso loro possibile- sviare quel sistema e trasformare la scuola in una Scuola mezzo di elevazione sociale.
In prossimità delle elezioni comunali i contendenti sfoderano tutte le possibili occasioni di polemica per criticare l'antagonista : piantatela con le geremiadi!
Cultura (scuola, Università, centri di ricerca scientifica ed umanistica)
Attività industriali (produzioni consone al territorio cioè ad alto ed altissimo contenuto di conoscenza)
Su un "terreno di cultura" così potete creare le condizioni adatte ad un incremento demografico di qualità, ad un miglioramento civico, ad una ricchezza diffusa : per Genova Superba!
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- Scritto da il cicogno tecnologico
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A coloro che si preoccupano del calo demografico un suggerimento lo fornisce (indirettamente) dalle pagine de Il Secolo XIX di oggi il dr. Alessandro Pane, Direttore Ricerca e Sviluppo di Ericcson nella penisola italiana
Lo sviluppo di settori ad alta tecnologia è capace di attrarre talenti.
Questo significa invertire il trend demografico o no?
A Genova abbiamo la possibilità di attrarre insediamenti per la ricerca nelle aree male utilizzate dell'ex-ILVA.
Perchè maggioranza, opposizione e sindacati non fanno uno sforzo di "fantasia" per programmare un futuro promettente destinato, come ovvietà cronologica impone, ai giovani di oggi, domani e dopodomani?
Non ci arrivano (ma ne dubito) oppure ....?
Ritenetevi responsabili del progressivo impoverimento di Genova.
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- Scritto da Pierluigi Patri
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Chi segue questo sito conosce il nostro punto di vista relativo al riutilizzo dell'area ex-ILVA di Cornigliano.
Per questo stiamo seguendo con attenzione quanto viene pubblicato dalla stampa locale.
Su "Il Secolo XIX" di oggi è stata pubblicata una nota del coordinatore delle politiche industriali della CGIL, Bruno Manganaro, relativa al riutilizzo di quegli spazi.
Riteniamo comprensibile il suo atteggiamento "diplomatico"; la conversione green dello stabilimento di Taranto e le annunciate ipotesi di nuovi insediamenti produttivi a Cornigliano non offrono certezze su cui avviare trattative.
Nonostante le incertezze invitiamo i sindacati ad impegnarsi nella rivoluzionaria "scommessa" di un futuro radicalmente diverso per quel 1.000.000 di metri quadri.
Riteniamo ineludibile -lo abbiamo evidenziato in tutte le occasioni- l'impegno che le amministrazioni locali e centrali devono avere per salvaguardare una fonte di impiego per i dipendenti dell'acciaieria ex-ILVA: su questo non ci sono dubbi.
D'altro canto riteniamo che i sindacati, parte sociale impegnata nei dibattiti e nelle trattative che coinvolgono i lavoratori dipendenti, debbano impegnarsi ad "immaginare" il futuro.
Un futuro che offra sbocchi ai giovani, quindi anche ai figli degli attuali dipendenti ex-ILVA, tali da favorire il loro arricchimento culturale ed economico in ambiti che rappresentano le immaginabili evoluzioni della conoscenza e delle conseguenti ricadute produttive.
La conoscenza è lo strumento per un futuro migliore sia personale che diffuso.
La conoscenza è il mezzo per migliorare le persone, l'ambiente e, di conseguenza, la società.
Forza, buttate il cuore oltre l'ostacolo di una riorganizzazione.
I giovani, ma anche i meno giovani, ve ne saranno grati.
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- Scritto da Amleto, il Principe
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Ohhhh Shakespeare, mio creatore e maestro.
Son forse più nobili 10.000 barattoli di latta oppure un robottino ?
Perire per poter continuare a dormire o immaginare per crescere ?
Il dubbio mi arrovella la mente ed il cuore palpita agitato !
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Gentili lettori, immedesimatevi nel dilemma che mi attanaglia: suggeritemi una risposta, aiutatemi a dissipare il tormento.
È proprio qui l'ostacolo e perciò bramo coinvolgervi e nel contempo alleviarvi il travaglio.
Diventeremo miseri, negletti, meschini et homines sine pecunia segliendo i barattoli od i robottini ?
Chi potrà dirimere l'angosciosa vexata quaestio ?
Bhe, se cliccate sull’immagine qui a fianco, magari l'articolo di Francesco Spini pubblicato su "Il Secolo XIX" di ieri una mano riesce a darvela.
Buona lettura.
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- Scritto da Pierluigi Patri
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Su "Il Secolo XIX" di oggi è stato pubblicto un articolo che parla dell'Istituto di ricerca biologico molecolare (Irbm) situato a Pomezia. L'Istituto collabora con AstraZeneca per preparare uno dei vaccini contro il Covid-19.
In quell'articolo sono riportati alcuni dati che devono far riflettere chi di dovere.
È noto che l'acciaieria di Cornigliano occupa più di 1.000.000 di metri quadrati dati in concessione a Riva ai tempi dell'accordo di programma relativo a quello stabilimento quando gli addetti era molti di più degli attuali 1000 (circa) di oggi.
Qui a destra potete vedere uno pezzo dell'articolo che mostra quanto sia assurdo e miope lo spreco (che già di per sè non è atteggiamento intelligente) perpetrato con quell'area.
Facendo un semplice confronto tra l'ex-ILVA e l'Irbm si rileva che la prima impiega 4 volte i dipendenti della seconda occupando una superficie di oltre 12 volte; come dire che l'ex-ILVA dovrebbe avere 3.125 addetti se avesse lo stesso rapporto occupati per unità di superficie dell'Irbm .
Lo spreco è evidente !
Vale la pena di considerare anche la qualità degli addetti impegnati: non c'è paragone !
Alti livelli di conoscenza comportano una ricaduta sul territorio anche in termini di ricchezza culturale, sociale ed economica.
Per prevenire le obiezioni di chi difende in modo fittizio lo status quo preciso che l'attenzione dell'Associazione Repubblica di Genova va anche agli attuali dipendenti di ArcelorMittal (o di quel che diventerà in un futuro non lontano) a Genova cui è necessario mantenere un lavoro per assicurare il reddito necessario.
Ciò non è antitetico all'utilizzo profiquo di parte delle aree ancora in concessione nonostante siano radicalmente ridotti gli addetti all'acciaieria.
In modo più diretto : se gli addetti sono stati ridotti alla metà è evidente che 500.000 metri quadrati devono tornare a disposizione della Città.
Semplice e lineare.