Haute couture

Che ognuno tiri l’acqua al suo mulino ci può stare ma un minimo di coerenza sarebbe gradito.
C’è poco da fare: l’haute couture va bene se il sarto sono io e chi non si allinea è antidemocratico.

Il Fatto Quotidiano.it ha pubblicato un articolo sul Club Bilderberg che ho trovato curioso.

Diego Fusaro, filosofo, cita con spirito di condanna una dichiarazione fatta durante una riunione di quel club da David Rockefeller nel giugno del 1991 secondo cui “… una sovranità sovranazionale esercitata da una èlite intellettuale e da banchieri mondiali è senza dubbio da preferirsi senza esitazioni alla tradizionale autodeterminazione delle nazioni.”.
Il filosofo ci informa anche che “… L’obiettivo ultimo consiste nell’instaurazione di un governo unico mondiale con un solo mercato planetario, ove non sopravvivano identità e culture plurali, l’umanità sia dissolta in atomi di consumo privi di radici e di progettualità, nella forma di un’immensa plebe precarizzata e asservita.”.

Trovo veramente curioso che l’autore -verosimilmente di sinistra visto la testata su cui ha pubblicato- stigmatizzi l’obbiettivo di eliminare l’autodeterminazione delle nazioni, le identità e culture temendo un’umanità senza radici quando proprio quella parte politica è favorevole all’eliminazione dei confini ed al Melting pot, cioè un mescolamento genetico e culturale per arrivare ad una razza indistinta senza più identità.

In sostanza : se la soppressione delle razze , delle culture particolari e delle piccole entità territoriali le predicano i sinistri va tutto bene ma guai se ad illustrare analoghi obbiettivi sono “gli altri”. Vengono subito bollati come antidemocratici, revisionisti e razzisti.

Un banale esempio del loro riflesso condizionato?

Tempo fa, all’entrata nel Comune di Genova, era stato installato un cartello con la scritta “Zena”.
Il vicesindaco di allora, Montaldo Claudio (che ha fedelmente seguito tutte le trasformazioni dal P.C.I. al PD), ne aveva imposto la rimozione con la scusa che non era conforme alle leggi.
Nessun sinistro obiettò, in quel caso il simbolo di una cultura non andava bene.
Tutto estremamente incoerente; d’altra parte il doppiopesismo è particolarmente radicato a sinistra ...
... e questo spiega i loro atteggiamenti contraddittori.

Ma se ne accorgono?
Direi di no.

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La cattiva coscienza e la notte di S. Silvestro

Dopo i fatti della notte di S. Silvestro a Colonia, quale che ne sia l'origine - movimento organizzato di “islamisti” o raid improvvisato di sbandati - è giunto veramente il momento di interrogarsi seriamente sulla natura dell'immigrazione di radice islamica e, soprattutto, sul suo sbocco.
Perché, tralasciando le questioni strettamente riguardanti il lato giudiziario, per commentare le quali mancano competenza e dati certi, sul versante della cattiva salute del rapporto culturale esistente fra immigrati ed europei qualcosa da dire c'è.
Soprattutto, sul modo con il quale l'insieme del contesto europeo si rappresenta verso queste comunità provenienti da mondi diversi e sul modo con il quale queste società in marcia interpretano il messaggio ricevuto.

Analizzando la programmazione televisiva, la pubblicistica cartacea, la comunicazione on-line, la società europea attuale appare come una instancabile mostra di beni materiali e di generosità corporee - che con i santi monaci, avrebbe fatto arrossire anche le più incallite matriarche dell'antica Roma – al cui interno tutta la rete di interazioni è incentrata sulla effettiva possibilità di possesso di cotanti beni; basta appropriarsene.
In tutti i possibili modi, compreso quello che interiormente uno sente più adeguato.
Questa percezione corrisponde ad una certa parte della realtà ma non è certo l'equivalente di quest'ultima. Ogni cittadino europeo sa benissimo che disponibilità di beni e possibilità di appropriarsene sono due aspetti soggetti al limite del diritto economico (prezzo, lavoro, produzione) per i beni materiali e dei diritti fondamentali (libertà di scelta, equità, reciprocità, solidarietà) per i rapporti personali.
In tal senso è la libertà di azione altrui la condizione selettiva che regola ogni aspetto della vita economica e sociale. Ma per chi proviene da società fortemente gerarchicizzate - dove i diritti ed i bisogni delle persone sono intesi e percepiti come limitati e gli esseri umani divisi in categorie - la lettura sopra esposta è difficilmente afferrabile e determinabile, per cui l'interessato tenderà a rifarsi ai valori ed alle consuetudini della sua cultura di origine. Così, trovandosi di fronte ad una moltitudine di donne che festeggiano in piazza, potrà capitare che il suo pensiero di islamico, che vuole la donna, nella sua versione carnale, “discepola del diavolo”, si salderà al senso deformato dell'esibizionismo commerciale comunicatogli anzitempo dell'Europa medesima.
I miti sono pensieri incarnati, non possono essere separati dall'esperienza vissuta, a cui forniscono un senso.
Se ti presenti come un supermarket, dove si può prendere di tutto senza pagare e sei un vincente solo se lo fai, ogni regola ed ogni tentativo di interpretarla si svuoterà di sostanza.
Per cui, trattando in questo caso dell'approccio con Genti dalla civiltà differente da quella europea, non sarebbe male se chi si interessa dell'immigrazione smettesse di agire secondo i principi disastrosi della “cattiva coscienza” - nella quale come Occidentali si ha la responsabilità morale dei danni del passato colonialismo - per cominciare ad agire secondo i valori, le norme, le collettività ed i ruoli che determinano lo status di appartenenza alla comunità europea. Cominciando con non l'abbandonare a sé stessi gli immigrati subito dopo lo sbarco ma, al contrario, costruendo strutture e reti di interazione estese in profondità tali da permettere alle due realtà sociali di entrare in contatto fra di loro, in modo che chi viene da fuori abbia come modello imprescindibile le strutture costitutive del paese ricevente. A cominciare dalla lingua.

E' un lavoro lungo e difficile ma credo necessario per la formazione ed il consolidamento di un modello integrativo sensato.
E proprio perché si tratta di un lavoro complesso per renderne meno incerta la riuscita è necessario concentrare lo sforzo su numeri limitati di immigrati tale da evitare che la pletora ne infici il positivo decorso e consenta di verificare i risultati per non dar luogo al formarsi di un campo di incertezza che diventerebbe ingestibile .

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Il Consiglio dimezzato

Un esercito di astensionisti.
Tre schieramenti a giocarsi la vittoria di cui uno, quello di Centro-Sinistra della maggioranza uscente, diviso in due per un disagio tutto interno al principale Partito che lo componeva.
Una vittoria precisa, formale, ma dal valore politico molto ridotto e per questo non esaltante del candidato di Centro-Destra, Giovanni Toti.
Se invece di una competizione elettorale si fosse trattato di una competizione sportiva si potrebbe tranquillamente dire che Toti ha vinto non perché sia andato eccezionalmente forte ma perché sono stati gli altri ad andare eccezionalmente piano.

Questa, in estrema sintesi, la ricostruzione della decima elezione regionale della Liguria del 31 maggio 2015. Venendo alla cronaca, come detto l'unico exploit lo hanno fatto gli astensionisti che hanno battuto ogni record (nazionale) mai registrato prima: 49,32% pari a 669.526 persone. Se ci aggiungiamo le schede nulle (22.752) e le bianche (7.010) la voglia di opposizione agli schieramenti, ai partiti, ai candidati e perché no, all'Ente Regione in quanto tale, ha conquistato la maggioranza assoluta.
All'atto pratico, il Consiglio Regionale Ligure 2015 è stato eletto dal 48,5 % (658.541) degli elettori.
È allora davvero una lezione non trascurabile quella che i Liguri hanno impartito alla Politica e sarebbe ingiusto, oltreché erroneo, liquidarla come una fase di stanca dell'elettorato.
Per coloro che ancora non lo sanno il dato del 31 maggio 2015 è l'ultimo di una serie che, a livello nazionale, ha visto gli elettori delle “regionali” calare del 20% in dieci anni. Dunque si è trattato di molto di più di un malessere passeggero, è stata una mezza rivoluzione. Non fosse altro perché tra le ragioni che hanno informato questo spontaneo slancio collettivo, ormai è evidente, c'è l'affermazione di una nuova sensibilità politica fra gli elettori.
Una sensibilità indirizzata verso un cambiamento della progettazione politica. Una nuova Regione, per nuovi Partiti, per nuove alternative.
Del resto il messaggio lanciato dagli astensionisti è stato chiarissimo: Il Consiglio è dimezzato!

Infatti lo schieramento Forza Italia – Lega Nord, al netto del rovesciamento del rapporto di forza fra i due Partiti, ha vinto con un numero di voti sì superiore (+ 26.367) rispetto alle Europee del 2014 ed appena inferiore (-18.943) rispetto alle Politiche del 2013 ma drammaticamente minore rispetto alle Regionali del 2010 rispetto alle quali la Lega Nord ha effettivamente aumentato il suo consenso (76.265 verso 109.209) ma l'attuale F. I. ha preso un terzo dei voti dell'inaddietro Popolo della Libertà (218.398 verso 68.236). Tutto ciò senza contare i dati aggregati per schieramento che aggraverebbero, in negativo, il rapporto.
Naturalmente è andata peggio allo schieramento del Centro-Sinistra. Diviso in due da una serie di “scandidature” incrociate, la sola lista del PD ha finito per lasciare sul terreno qualcosa come il 46,6% dei voti nel biennio 2013-2015. Disastro solo in parte mitigato dal maggiore numero di voti ottenuti dal candidato presidente Paita (183.272 verso 138.257).
Se il Pd piange non è che il M5S possa ridere. In due anni (2013-2015) ha perso il 59,9% dei consensi, ridotti del 40,4% in rapporto alle Europee del 2014 *.

Tuttavia i Partiti non sembrano aver calcolato in pieno la forza del fenomeno. Hanno accennato alla questione vitale dell'astensione parlando di disorientamento temporaneo e rinchiudendosi poi nel loro provvisorio primato, ribaltando il vecchio assioma democratico secondo il quale uno vale uno e conta il principio di maggioranza. Adesso, per loro, uno vale due e chi si astiene ha torto.
Democraticamente verrebbe invece da pensare che i seggi in Consiglio regionale fossero assegnati in base agli elettori. Metà elettori, metà consiglieri.
Così sarebbe rapidissimamente aggiornata la lettura del voto ed assicurata la risposta immediata sull'efficacia dell'azione di governo regionale da parte delle diverse forze politiche. Del resto c'è una domanda, peraltro in questi ultimi giorni formulata da più parti, alla quale il sistema politico, regionale e nazionale, deve dare una risposta in tempi brevi: può un Ente con funzioni legislative, perché tale è la Regione, procedere con una investitura limitata? Con un Consiglio dimezzato?

* Fonte Istituto Cattaneo Elezioni Regionali 2015 – Regione Liguria Elezioni Regionali 2010.

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  • Ospite (Andrea Chiesa)

    L'alta astensione è prova lampante del fallimento dei partiti come rappresentanti dei sentimenti della gente, ma non penso che i politici periferici e centrali non abbiano calcolato l'importanza del fenomeno. Sono troppo furbi (alcuni anche intelligenti) per non aver capito l'importanza dell'astens...
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Timeo Danaos et dona ferentes

Il pericolo dell’uscita della Grecia dall’euro è stato scongiurato.
Siamo a cavallo! ...di un somaro?

Intanto il somaro potrei essere io perché scrivo senza essere economista né avendo accesso a fonti attendibili. Mi documento leggendo ed ascoltando quando dicono giornalisti, opinionisti e politicanti e ne traggo deduzioni personali e semplici (semplicistiche?) pur tenendo sempre presente che quanto pubblicato e/o dichiarato può essere frutto di disinformazione utilizzata per condizionare i pareri della gente comune come me.
Fatto sta che, se non ho capito male, i Greci non hanno rimborsato 1 o 2 rate di prestiti precedenti ma ieri, all'Eurosummit, Frau Merkel ha annunciato il terzo intervento finanziario a favore della Grecia che ammonta a 82-86 miliardi in tre anni di cui 24 miliardi per il sistema bancario.
Posso capire che si tratti di un tentativo per non perdere tutti i crediti ma l’inveterata attitudine greca a lavorare “artisticamente” sui conti non so quale garanzia possa fornire ai contribuenti europei di vedere restituiti i soldi prestati?
Finiremo col perdere frutto e capitale?
Se “Dopo quasi nove ore di discussioni infruttuose, sabato [11 luglio] la maggioranza dei ministri delle Finanze dell’Eurozona è giunta a una conclusione: Grexit è la meno peggiore delle opzioni rimaste. …”  e  “Il momento in cui la Grecia è più vicina a lasciare l’Eurozona è lunedì [13 luglio] mattina alle 6 …”   cosa è mai successo di così miracoloso perché i governanti europei, arbitri indiscutibili dei nostri soldi, cambiassero completamente opinioni decidendo di prestare altri denari ai Greci ?
I Greci sono cambiati improvvisamente oppure sono altri soldi (nostri) che vengono gettati al vento?

Con la premessa delle dichiarazioni riportate ho avuto la sensazione del tracollo psichico ed economico leggendo quanto detto dal Papa durante il viaggio di ritorno dal Sud America «Mi auguro che trovino una strada per risolvere il problema greco e anche una strada di sorveglianza perche altri Paesi non cadano nello steso problema».
È vero che non si tratta di affermazione ex cathedra ma è altrettanto vero che per l'autorità che rappresenta non può neppure fare affermazioni azzardate od infondate su qualsiasi argomento.
Perché quell'augurio? Quali notizie conosce?

Qui l'augurio dobbiamo farcelo da soli, l'augurio di non perdere altri soldi.
Ma i dubbi sul recupero sono molto forti e me lo ha confermato un servizio trasmesso oggi nell'edizione delle 13,30 da "TGLA7" che è possibile rivedere andando a http://www.la7.it/rivedila7 e cliccando su " Edizione delle 13.30 - 14/07/2015 ".
Il servizio inizia precisando che la quota a carico dei contribuenti della repubblica italiana ammonta al 18% circa degli 86 miliardi vale a dire 15,5 miliardi che divisi tra i circa 60 milioni di abitanti (neonati compresi) fanno 258 euro a testa. Tolti neonati,  esentasse a vario titolo e pezzenti l'importo a carico dei contribuenti sarà notevolmente superiore ai 258 euro.
Dopo questo incipit segue un crescendo rossiniano di devastanti considerazioni.
Suggerendo l'ipotesi che il "prestito" degli italiani ai greci potrebbe in prospettiva essere un fruttuoso precedente perché “ … del resto tra qualche anno luce potrebbe succedere anche a noi, non si sa mai, allora quel che ora si dà poi torna. " il giornalista prosegue dicendo che "La Grecia però ci è già costata molto, soldi che probabilmente, invece, non torneranno mai. Mai tutti, almeno. Il ministero dell’economia ha riferito ufficialmente di una esposizione da circa 36 miliardi di euro. In verità, secondo alcuni analisti, alla cifra andrebbe aggiunto il prestito bilaterale del 2011 per circa 10 miliardi di aiuti concessi tramite la Banca Centrale Europea di cui l’Italia è la terza azionista.” “… la parcella, tutto compreso, cresce allora considerevolmente fino ad oltre 60 miliardi di euro.
E comunque qualche dubbio sulla determinazione dei greci ad onorare i debiti pare possa essere avanzata visto che "... la Grecia, oltre ad aver saltato la prima rata con il Fondo da oltre 300 milioni oggi non ha pagato nemmeno la seconda da oltre 400 ...".

Caro lettore, a questo punto probabilmente sarà un po' preoccupato.
Ma nooooo, non c'è motivo perché dopo il servizio la giornalista riferisce che il portavoce del Dr. Padoan Pier Carlo, attuale ministro dell'economia e delle finanze, ha dichiarato che l'eventuale finanziamento alla Grecia non comporta alcun esborso per quanto riguarda l'italia.

Detta così significa che i contribuenti sono in una botte di ferro

... piena di m.r.a!

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  • Grazie per i vostri commenti. @ Berto La previsione sul 2019 è davvero preoccupante ma, purtroppo, deve essere nota a poche persone se non se ne parla come sarebbe il caso di fare. Oppure non se ne parla deliberatamente per non suscitare una rivolta, sempre che gli italiani ne abbiano lo spirito per...
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  • Ospite (Marco)

    Non ho mai capito bene questa storia della Grecia. Il mio consulente bancario dice che se la Grecia fosse situata altrove sarebbe già fallita, ma invece si trova in una zona strategicamente molto rilevante per gli interessi occidentali e degli U.S.A in particolare. Non so se i greci siano davvero co...
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  • Ospite (Berto)

    Un sacco di belle domande. Ad un paio risponderei così: Cos'è successo di così miracoloso ? Niente, solo che se fosse saltata la Grecia sarebbe saltato pure l'Euro I Greci sono cambiati? No. Sono gli stessi di sempre; inaffidabili ed inefficaci. Del resto, prima o poi, qualcuno dovrà spiegare c...
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Belli come il sole

Si sono incontrati …

... Greci ed Europei.

I primi minacciavano di stracciare gli accordi, i secondi erano decisi a non cedere di 1 euro sul debito
Invece guardateli lì, si abbracciano e si baciano anche.

A questa visione mi è sorta spontanea una domanda.
Quello di Juncker è un bacio di Giuda? Come a dire : ti tratto con cordialità ma ti rovino lo stesso.
Oppure l'atteggiamento grintoso dei Greci ha fatto mettere la coda fra le gambe agli Europei?

Si sa che i politici sono abilissimi a dare in pasto al pubblico un’immagine che non rispecchia la realtà delle cose. Ma qui chi è sta facendo finta?
Comunque sia il quadretto è idilliaco.
Comunque sia gli accordi che verranno raggiunti saranno sempre a carico degli stessi, cioè coloro che pagano le tasse.
Comunque sia i responsabili dei prestiti agli insolventi od i responsabili della finanza allegra che genera debiti non pagheranno di tasca propria.

Comunque sia ... sino a quando i contribuenti non si stuferanno ...

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