€ o ₤ ?

Alla TV stanno trasmettendo l'ennesimo dibattito.
Politicanti ed opinionisti stanno imperversando nei vari dibatti, talk show (ora si dice così), interviste in previsione delle prossime elezioni europee. Per farsi un po’ di campagna pubblicitaria nella ricerca di voti a proprio favore illustrano analisi, esplicitano convinzioni, distribuiscono critiche agli avversari dimenticando che tutti (ad eccezione dei parlamentari del Movimento 5 stelle) sono stati al governo.

I cordoni della borsa sono stretti dai vincoli europei e la fregola maggiore che anima questi individui è allentarli per aumentare l’acquisto di clientele. Questo circo sarebbe divertente se non fosse tragico.
Quelli che vogliono tornare alla Lira trovano la risoluzione del problema nella possibilità di stampare moneta.
Gli altri si dichiarano sostenitori dell’euro purché venga concessa la possibilità di sforare dello zero/virgola il tetto concesso ad deficit.
Per gli uni e per gli altri i colpevoli di tutti i mali sono i Tedeschi, irremovibili sui paletti messi alla fantasia contabile.

Mi piacerebbe che tutti questi “scienziati” della politica e della allegra spesa mi spiegassero perché l’euro ha funzionato in un verso nella penisola italiana e nel verso opposto nella Repubblica Federale di Germania.
Sarà mica che il problema non è l’euro ma la serietà di coloro che siedono nelle istituzioni?

Serietà ... già, proprio quella … ma dimenticavo le origini della repubblica italiana

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La teoria della qualità, secondo Matteo (Renzi)

La qualità è quell'insieme di fattori, caratteristiche, combinazioni, proprietà inattese ed imprevedibili ma ben radicate nell'animo, che guidano gli uomini sulla strada dello sviluppo creativo, delle possibilità dell'innovazione, delle prospettive di crescita individuali e collettive.
Questa strada spesso è prederminata appunto dalla qualità, cioè dal potenziale proprio esistente in ciascuno. Un potenziale che a seconda dei casi, sia esso maggiore o minore, può dare nuova forma alla singola personale natura, legittimando l'individuazione di sempre diverse probabilità, sempre diverse opzioni di vita, ovvero rendendole ripetitive, invariate, teoricamente senza nessuna possibilità di novità.
Dunque, sarebbe stato lecito pensare che muovendo da questa conclusione l'attivissimo Matteo Renzi creasse una rottura nella prassi dell'immobilismo politico italico cominciando a modellare la realtà secondo il potenziale esistente (le migliori qualità di ciascuno) e non al contrario di racchiudere il potenziale esistente nei limiti angusti della realtà formale di chi vuole o non sa far altro che di accontentarsi della banalità della propria posizione.
Ci si sarebbe aspettato un inizio di storia che separasse una volta per tutte gli interessi elettoralistici dei Partiti da quelli dei bisogni del Paese; che superasse la malattia dell'assistenzialismo clientelare immaginando qualcosa che andasse verso il riconoscimento della freschezza intellettuale delle persone più intraprendenti, verso una nuova relazione con i cittadini dove ognuno conta a misura della sua partecipazione fiscale e civile alla vita della comunità.
Insomma, ci si attendeva che in rispetto al principio della qualità così tante volte conclamato nei discorsi e nei buffet della vigilia e così connaturato con le umane vicende, Renzi si facesse carico di rafforzare tutte le forze produttive anche quando si trattasse di consuetudini e forme di ordine particolare come quelle legate al risparmio ed alla proprietà anche quando queste non sono direttamente indirizzate alla creazione di posti di lavoro. Se non altro perché nel Bel Paese sono state proprio le qualità personali (e non le politiche governative) che hanno permesso lo sviluppo di piccole e medie imprese e l'accumulo di piccoli e medi capitali.
E se questo non bastasse resta il fatto che solo un Paese con una gran parte della popolazione capace di buoni livelli di reddito e di mantenere attiva una struttura economica articolata può ottenere buone prestazioni nel difficile scenario economico e sociale contemporaneo. Invece con dannosissimo "ritorno all'uguale", Renzi ha pensato bene di dare il via ad un programma tutto incentrato sullo scambio politico attraverso l'aggiustamento della redistribuzione delle risorse fra gruppi sociali.
Da quelli che avendo qualità inattese ed imprevedibili si sono impegnati sulla strada dello sviluppo creativo cercando sempre occasioni migliori e diverse, lavorando, guadagnando, risparmiando, comprando la prima casa, poi la seconda (magari per i figli), investendo in titoli (magari di Stato), comunque sempre attenti a non fare sprechi ed a migliorarsi, a quelli che talvolta non riescono, ma troppo spesso non sono capaci, di individuare un loro percorso di crescita accontentandosi di occupare un posto di lavoro standardizzato creato da altri, mantenuto con i soldi di altri ancora.

L'esito è l'esaltazione di una forma particolare di qualità: quella elettorale.
Il pragmatismo elettoralistico di Renzi si è spinto al punto di far coincidere  con l'inizio di maggio l'avvio al suo programma di tassazione punitiva del miglior potenziale umano esistente sullo Stivale a favore di nuove condizioni per vecchi elettori,.
Giusto qualche giorno prima delle Elezioni Europee nelle quali per il PD si annunciava la disfatta.

A questo punto a chi ha risorse originarie e crede che il presupposto imprescindibile dell'esistenza siano le prospettive di crescita e non quelle di sopravvivenza restano due sole cose da fare.

O dare forma ad un nuovo Partito che ne tuteli gli interessi e ne rispetti le qualità.
O prendere i propri risparmi e con un giroconto trasferirli in un istituto bancario estero.

Le tasse si pagano lo stesso ma affamare l'affamatore è molto meglio di morire affamati.
Anche perché lui, l'affamatore, avendo sempre fame preferisce mangiare subito di meno che rischiare dopo di non mangiare per niente.

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Buon S. Valentino

S. Valentino.
Un nome da favola per un promemoria da incubo.

Questo è stato il destino della giornata dedicata al Santo sinonimo della felicità e della purezza visto che è stato incaricato di proteggere i più felici fra i felici, i più puri fra i puri: gli innamorati.
Un nome per tutti da favola, però associato universalmente ad un tragico fatto di sangue accaduto negli U.S.A. quasi 100 anni fa.
Da lì uno strano destino. Un destino beffardo che sotto forma di vulgata popolare attribuisce alla giornata un discreto potenziale iettatorio. Potenziale iettatorio, quello del Santo, che sembra inseguirlo da un'epoca ad un'altra, da un continente all'altro, da un paese ad un altro.
Difatti, ogni anno in occasione di S. Valentino in qualche parte del mondo succede qualcosa che rovina la festa agli abitanti di quella porzione di globo.

Quest'anno è toccato in sorte agli italici devoti avere rovinata la festa.
Il Presidente del Consiglio Enrico Letta si è dimesso ed al suo posto si è avanzata la candidatura di Matteo Renzi. Con ciò non si vuole dire che il Presidente Letta fosse amatissimo, si vuole dire che l'arrivo di Renzi verosimilmente segna la fine di ogni possibilità di recupero del Bel Paese.

Rincresce ripetersi ma anche questa volta devo ricordare all'eventuale lettore che l'avevamo detto.
L'avevamo detto due mesi fa che nella sostanza Renzi era portatore di istanze rivolte a mantenere le cose esattamente come sono già. Dunque, che la sua possibile ascesa al Governo naturalmente sarebbe stata fallimentare per lui e per il Paese.
L'avevamo detto.
Su una cosa sola ci eravamo sbagliati. Sulla cronologia degli eventi.
Stimavamo che Renzi avrebbe giocato la sua carta alla fine del 2014, inizi 2015. Invece ha smentito tutti ed ha affrettato i tempi.
C'è da chiedersi, perché? Per mettersi al riparo da due rischi. Entrambi di natura elettorale.
Primo, non rimanere personalmente coinvolto nella sconfitta che il PD avrà alle prossime europee. Sconfitta che probabilmente avrà il volto raggiante del M5S se questi, come pare, faranno il pieno dei voti facendo leva sullo scontento legato all'Euro e sullo storico sentimento anti-tedesco degli italiani. Ma che per Renzi rimarrebbe ugualmente grave se il Pd, pur contenendo la crescita del M5S, prendesse anche solo un voto in meno della volta precedente. Una parte del suo Partito lo incolperebbe certamente, magari al solo scopo di minarne la preminenza interna.
Secondo, evitare la sempre più probabile sconfitta alle elezioni politiche. Proiettato, da un non disinteressato battage giornalistico, sul gradino più alto del podio di ogni futura possibile competizione di politica interna, ogni giorno che passa Renzi, e con lui il PD, stanno scoprendo che l'esito effettivo potrebbe essere molto diverso. Nei sondaggi, da primi sono già scalati di un posto preceduti dal blocco berlusconiano. I contro-sondaggi che danno il PD comunque vincente secondo le norme del ballottaggio sono del tutto immaginifici. Non fosse altro perché non c'è ancora una Legge elettorale che preveda i ballottaggi.
Sempre che non siano veri dati di fonte incerta circolanti a Londra i quali riportano di un M5S vicino al 40%, di una Forza Italia appena al di sotto e di un PD staccatissimo.
Poi, che l’aspirazione di Matteo Renzi di salvare con sé stesso anche il PD ed il suo blocco di potere, puntando alla guida di un Governo destinato a durare fino al termine naturale della Legislatura, trovi buone basi nell'aspirazione di molti fra i Parlamentari a conservare il più possibile un posto che sanno non rioccuperanno mai più è un dettagliuo.
È un dettaglio che curiosamente sarebbe caro a molti fra i devoti di S. Valentino.
Dice: Ogni lasciata/o è persa/o.

Buon S. Valentino

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Chi ben incomincia è a metà dell’opera.

Bravo Presidente Renzi Matteo!
Lei sì che è un politico diverso da quelli precedenti.

Se non ricordo male Ella aveva dichiarato che da Sindaco aveva sempre abbassato le tasse.
Forse avrò letto male ma su "ilsole24ore.com" c’è scritto che “Arriva la super-Tasi”.

Bravissimo, perfettamente coerente con quanto aveva affermato sulle tasse … infatti non è più Sindaco e le tasse le aumenta.
E poi che dire del Suo modo di interpretare la politica?
I vecchi marpioni della politica usavano “comprare” il consenso concedendo bonus ed esenzioni.
Con Lei al Governo della Repubblica italiana invece no, oppure sì?
“ … abbiamo stabilito che l'incremento deliberato dovrà andare per la totale detrazione della tassa”.
Ma bravo, Lei rappresenta davvero il nuovo che ( ci ) avanza.
Caro Presidente, continui così. In perfetto italico stile.


Genovesi e Liguri rassegnatevi perchè nonostante i roboanti proclami  la musica non cambia nella commedia italiana.
Genovesi e Liguri i nuovi politicanti italiani usano strumenti moderni ma continuano a navigare sulla rotta di quelli vecchi
Genovesi e Liguri se non ci diamo da fare quella rotta ci porterà sugli scogli
Genovesi e Liguri riflettete sul comandante di turno, pare nuovo ma l'accademia è sempre quella italica
Genovesi e Liguri ci conviene cambiare rotta, l'accademia a cui formare il nostro Comandante deve ispirarsi alle nostra Cultura, ai Valori del Lavoro,  all'abitudine di non piangersi addosso

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Camomilla Bonomelli

… la tranquillità dei nervi distesi.
Se non ricordo male era questo lo slogan pubblicitario di un bel po’ di anni fa.

Consiglio un buon infuso di camomilla al signor ministro degli interni Dr. Avv. Alfano Angelino perché mi pare un po’ nervoso.
Infatti ha avvertito i manifestanti dei “Forconi” che «non sarà consentito che le città vengano messe a ferro e a fuoco».

Come mai una dichiarazione così allarmistica?
Ha informazioni su una ipotetica degenerazione del movimento dei “Forconi”?
Oppure soffia sul fuoco per spaventare la gente e far ingoiare ulteriori salassi governativi in cambio di una fittizia tranquillità sociale?
Altrimenti ha voluto mandare un messaggio a qualcuno? A chi? Perchè?

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